POMIGLIANO D’ARCO– E’ attesa per i prossimi giorni la decisione del giudice del lavoro del Tribunale di Nola (Napoli) per la causa intentata da sette operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco (Napoli), tutti iscritti allo Slai Cobas, contro il Lingotto per ”la mancata rotazione in regime di cassa integrazione”. Il giudice, Francesca Fucci, si e’ infatti ritirata in camera di consiglio dopo aver ascoltato le parti in causa, sei dei sette ricorrenti (uno dei quali e’ morto appena qualche mese fa), che hanno chiesto di verificare la ”discriminatoria collocazione in cassa integrazione a zero ore”, ed il rappresentante legale del Lingotto, che, invece, ha richiesto l’unificazione della causa con le altre intentate dagli iscritti al sindacato di base con le stesse motivazioni. Quella di oggi, infatti, e’ la prima udienza di una serie di cause intentate contro la Fiat da iscritti allo Slai Cobas che lavorano nel reparto logistico di Nola, e che lamentano una ”forzata cassa integrazione a zero ore”, dopo il referendum sull’accordo separato: gli operai hanno testimoniato di aver svolto, fino al referendum, mansioni per i modelli in produzione al Vico, e non solo per l’Alfa 147, ormai dismesso da oltre un anno. La prima udienza della prossima causa e’ stata fissata per il 27 marzo del 2012, e la terza il 15 novembre sempre del prossimo anno. Nelle memorie difensive della Fiat si cita l’accordo separato dello scorso anno, con il quale si deroga la rotazione sulla cassa integrazione. Dal sindacato di base, invece, si punta ”alla discriminazione” per gli iscritti allo Slai Cobas che lavorano al reparto logistico di Nola.