E’ stato coperto il maxiposter 6×3 esposto da questa mattina in Via Marina, a Napoli, raffigurante il busto di Mussolini. L’idea, realizzata da Sebastiano Deva e Walter Picardi, due artisti napoletani, consiste in un poster sul quale campeggia la scritta “Nessuna luce mio duce” e un rimando alla pagina facebook ‘Cripta Mussolini’. L’obiettivo dichiarato dagli autori e’ quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla richiesta di chiusura della cripta Mussolini, a Predappio, meta ogni anno di nostalgici del fascismo.

“Non abbiamo avuto nessun comunicato ufficiale e nessuna spiegazione”, dichiara all’ADNKRONOS Sebastiano Deva, che aggiunge: “Lo spazio sul quale e’ stato affisso il poster era comunale, ed e’ molto strano che sia stato il Comune di Napoli a coprirlo dato che si tratta di un progetto di natura antifascista, in una citta’ autoproclamatasi antifascista. Speriamo che sia stato uno scivolone”. L’opera di Deva e Picardi e’ parte dell’iniziativa promossa da Padiglione Italia per la Regione Campania e intitolata ‘Campania Senses’, che sara’ organizzata al Cam Museum di Casoria dal 28 settembre al 30 gennaio 2012. La natura antifascista del progetto, spiega Deva, “e’ chiarissima: sul gruppo abbiamo raccolto 500 iscritti in 2 ore. O qualcuno non ha letto bene, oppure c’e’ un problema di contenuti politici, e speriamo non sia cosi’. Il dato fondamentale, pero’, e’ che il poster e’ stato coperto”. “Non e’ la prima volta che un progetto che fa capo al Museo di Casoria viene censurato”, spiega il direttore del Cam, Antonio Manfredi. “Diamo piena liberta’ agli artisti di potersi muovere e operare in base alle loro idee, siamo un museo di frontiera e ci muoviamo spesso sul terreno del sociale. In occasione di una mostra sull’Africa, trovammo un bambolotto nero impiccato all’estero del museo, mentre in un’altra occasione in cui il tema era la politica trovammo il cancello chiuso con dei catenacci. Ogni volta che ci muoviamo sul sociale abbiamo dei problemi, probabilmente si h apaura di cosa puo’ esprimere l’arte”, dichiara all’ADNKRONOS Manfredi. Non e’ la prima volta neanche per Sebastiano Deva, come ricorda Manfredi: “In un’altra operazione legata alla camorra, l’artista creo’ dei manifesti che chiedevano provocatoriamente la pena di morte per i camorristi, furono censurati anceh quelli. Mi spiace che un’amministrazione cosi’ apparentemente aperta come quella di Napoli vada poi a censurare un manifesto che era contro il fascismo e a difesa di una legge della Costituzione. E’ la ricostituzione del partito fascista che fa paura, e negli ultimi anni stiamo assistendo a situazione incresciose, nelle quali si registra la perdita del rispetto per il diverso, per l’immigrato”, conclude Manfredi.

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