La Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato oggi le autorita’ italiane per la cattiva gestione della crisi dei rifiuti in Campania, che ha provocato la violazione di alcuni diritti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In una sentenza “non definitiva”, la Corte si riferisce allo stato di emergenza dichiarato per il periodo fra l’11 febbraio 1994 e il 31 dicembre 2009, compreso “un periodo di cinque mesi durante il quale tonnellate di rifiuti si sono accumulati nelle strade”. A fare ricorso alla Corte dei diritti dell’uomo sono stati 18 cittadini italiani.
Il ricorso e’ stato presentato alla corte 4 anni fa, il 9 gennaio del 2008, e invocava gli articoli 2 e 8 della Convenzione (rispettivamente, il diritto alla vita e quello al rispetto della vita privata e familiare), sostenendo che, non adottando le misure necessarie per garantire il buon funzionamento del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti in Campania, le autorita’ pubbliche hanno gravemente nuociuto all’ambiente della loro regione mettendo in pericolo le vite e la salute dei cittadini, senza informarli dei rischi che corrono. Secondo la Corte, c’e’ stata violazione dell’articolo 8 per quanto riguarda “l’incapacita’ prolungata delle autorita’ italiane ad assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, trattamento e eliminazione dei rifiuti, incapacita’ che ha danneggiato il diritto dei cittadini al rispetto della loro vita privata e del loro domicilio”, mentre ha riconosciuto allo Stato di avere informato, nel 2005 e nel 2008, la popolazione coinvolta. La Corte europea dei diritti dell’Uomo e’ un’emanazione del Consiglio d’Europa di Strasburgo, composto da 47 paesi, e vigila sul rispetto della Convenzione adottata nel 1950.
“Viviamo nel paradosso per cui noi che stiamo risolvendo i problemi subiamo la condanna per fatti determinati da chi non ha saputo gestire e ha creato disastri”. Commenta cosi’ la sentenza dell’Unione Europea sulla vicenda rifiuti il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Le sentenze vanno rispettate – chiarisce l’ex europarlamentare – e le sentenze arrivano sempre dopo che i fatti sono accaduti. E’ importante pero’ che le ‘fotografie’ che hanno determinato questa sentenza non ci siano piu’. A noi tocca convincere la comunita’ internazionale che le cose stanno cambiando e che da parte di questa amministrazione c’e’ tutto l’impegno”.