Il rientro degli studenti Erasmus resta un problema gigantesco in tempi di coronavirus. Gli atenei non sono tenuti, formalmente, a garantire viaggi sicuri per il loro ritorno in Italia, ma quei ragazzi mandati nel mondo ( non solo in Europa) a studiare in atenei d’altri Paesi pesano sulla responsabilità delle università di provenienza. « Si stanno organizzando voli straordinari coordinati dalle ambasciate, e noi forniamo ai ragazzi le informazioni e i contatti che ci arrivano » spiegano nell’ufficio della Federico II che si occupa degli Erasmus. Mentre l’ufficio internazionalizzazione dell’università Luigi Vanvitelli pubblica quotidianamente vademecum per gli studenti in mobilità. Fino a comunicare, ad esempio, che in base alle indicazioni della Protezione civile gli studenti che giungono dall’estero possono trovare un accompagnatore all’aeroporto, o alla stazione ferroviaria, che li riporti a casa. Dalla Campania si calcola che oltre 2.000 studenti fossero partiti per l’Erasmus e meno della metà sarebbero quelli già rientrati. Anche le associazioni studentesche si sono un po’ mobilitate pensando all’odissea dei colleghi all’estero. Così l’Unione degli universitari ha rivolto un appello al ministro degli Esteri: «Di Maio, facci tornare a casa» .

«Il ministro – spiegano i rappresentanti dell’Udu – ha annunciato di star lavorando per far rimpatriare tutti gli italiani all’estero, e ha detto ai nostri concittadini di contattare le ambasciate italiane. Tuttavia, in queste ore ci stanno arrivando segnalazioni di studenti che nelle ambasciate non trovano quell’aiuto invocato dal ministro. Centralini che squillano senza risposta, dinieghi sul fatto che la Farnesina stia organizzando voli di rimpatrio, proposte di viaggi della speranza costosissimi o al limite dell’incolumità fisica (addirittura ci è stato segnalato che ad alcuni studenti è stato consigliato di fare chilometri a piedi fra le montagne), per non parlare dell’annuncio, qualche giorno fa, di un volo di rimpatrio da Madrid a Roma, con tanto di comunicazione ufficiale da parte delle università, cui è seguita una clamorosa retromarcia soltanto poche ore dopo. In questa situazione di eccezionale gravità, il ministro – insistono gli studenti – passi dalle dirette su Facebook ai fatti: si diano istruzioni chiare alle ambasciate italiane, si organizzino voli di rimpatrio in quei casi in cui una soluzione alternativa e poco costosa non sia disponibile, e si diano subito risposte certe alle migliaia di cittadini italiani oggi all’estero e che stanno vedendo un loro diritto calpestato » . Un’altra associazione di universitari, Confederazione degli studenti, ha diffuso le indicazioni sui voli: da Londra, ad esempio, ce ne sono 5 al giorno; dalla Francia due voli al giorno arrivano da Parigi, oppure c’è un treno Nizza- Milano, più mezzi privati via terra. Mentre da Barcellona restano i collegamenti via mare fino a Civitavecchia. I voli da Madrid sono in overbooking.

 

 

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