Per chi non l’ha ancora visto sara’ l’occasione per conoscere meglio un giovane giornalista di 26 anni ucciso dalla camorra perche’ con il suo lavoro dava fastidio ai capibastone che avevano il territorio sotto controllo. Gia’ proiettato nei cinema e trasmesso da Sky, arriva lunedi’ sera su Rai 1: per il grande pubblico ecco la storia di Giancarlo Siani, in ‘Fortapasc’ di Marco Risi. Un appuntamento in prima serata che il fratello del giornalista, Paolo Siani, pediatra, presidente della Fondazione Polis, struttura promossa dalla Regione Campania per il sostegno alle vittime innocenti di criminalita’ e la riqualificazione dei beni confiscati ai clan, considera di straordinaria importanza. ”E’ il piu’ bel regalo che si potesse fare a Giancarlo.

E’ davvero straordinario che dopo 26 anni la sua storia possa essere conosciuta davvero da tutti, che il suo ricordo, grazie a Risi in primis, possa essere mantenuto cosi’ vivo, da Milano a Siracusa”. Un sito internet, www.giancarlosiani.it, tiene accesa la memoria: ”i messaggi che arrivano – dice Paolo Siani – sono in gran parte di giovani. Quelli che hanno visto il film ne parlano per il messaggio positivo che viene trasmesso. E l’ulteriore significato che ne puo’ scaturire dalla visione del film lunedi’ e’ un forte incoraggiamento al movimento per la legalita”’. Giancarlo Siani fu ucciso la sera del 23 settembre di 26 anni fa in piazza Leonardo, nel quartiere Vomero, ammazzato nella sua auto nel viale di casa da due killer che avevano aspettato che ritornasse dal Mattino, il giornale per il quale lavorava da un paio di mesi in redazione a Napoli dopo anni di corrispondente da Torre Annunziata. Proprio quella sua attivita’ martellante, incessante, di raccolta di notizie e articoli sulla realta’ torrese hanno provocato la reazione omicida dei clan. Al termine di una storia giudiziaria tortuosa, con piste che si sono rivelate infondate, la magistratura ha scritto la parola fine con le sentenze di condanna, confermate dalla Cassazione. L’omicidio fu compiuto da uomini dei clan Gionta di Torre Annunziata e Nuvoletta di Marano. Mandanti Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante, sicari Ciro Cappuccio e Armando Del Core. Causa scatenante del delitto un articolo, ”l’atto di una condanna a morte” come c’e’ scritto sul sito di Giancarlo Siani, del 10 giugno del 1986 nel quale si rivelava che l’arresto del superboss Valentino Gionta era il frutto di una ‘soffiata’ alle forze dell’ordine da parte dei suoi alleati, i Nuvoletta. Quest’ultimi, per dimostrare ai Gionta la falsita’ dell’accusa, decisero il delitto. Ma, come ha sottolineato Armando D’Alterio, oggi procuratore dlela Repubblica di Campobasso, che nel 1994 riapri’ le indagini sul caso, Siani fu ucciso anche per tutto quello che scriveva e avrebbe voluto scrivere, con la documentazione minuziosa delle malefatte dei clan e le collusioni con i colletti bianchi. Nei giorni scorsi il sindaco attuale di Torre Annunziata, Giosue’ Starita, e’ stato al centro di una polemica proprio sul film ‘Fortapasc’. ”Qualcuno – spiega – ha sostenuto che io avrei voluto una censura. Non siamo certo tornati al Minculpop. Per me il film va benissimo, sono stato io che ne ho finanziato l’anteprima nella citta’. L’ho visto quattro volte e lo rivedro’ lunedi’. E’ un film, e come tale contiene anche annotazioni colorate in alcuni suoi aspetti. Ma, come ho scritto in una lettera alla Rai, avrei voluto che questo film fosse un’opportunita’ per parlare di Torre Annunziata, capire cosa e’ cambiato e cosa no in questi anni, chiedersi perche’ il governo blocca i fondi che aveva stanziato per riqualificare il territorio. La lotta alla camorra e’ repressione ma e’ anche creare occasioni di sviluppo”. ”Quello che conta per noi e’ che con questo film – dice Paolo Siani – il ricordo venga mantenuto vivo e che altri possano conoscere il messaggio di mio fratello”. Lui, Giancarlo, come ha raccontato a ‘La Storia siamo noi’ Goffredo Buccini, oggi inviato del Corriere della Sera ma corrispondente del Mattino negli stessi anni in cui Siani lavorava da Torre Annunziata, ”era un ragazzo multiforme, scafato, adulto, capace di stare fra gli adulti, ma aveva delle leggerezze, delle ingenuita’ che lo rendevano adorabile”.

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