NAPOLI – Giornata fredda ma soleggiata quella che nella mattinata di domenica 19 febbraio ha accolto la coloratissima sfilata organizzata per il consueto carnevale del Gridas (Gruppo risveglio dal sonno), giunto quest’anno alla sua 31ma edizione, intitolata “Stort’ o muort’ – orti urbani e torti inurbani” per denunciare l’egoismo che invade la società moderna.

«Una società – come dichiarato dagli organizzatori – in cui, chi dovrebbe occuparsi della cosa pubblica, è invece preso da smanie di potere e dalla coltivazione del proprio orticello, mentre, se il tutto non implode, è grazie alle forze, energiche e volontarie, di gruppi cittadini di resilienza che, sparsi un po’ ovunque, coltivano orti urbani, speranze, condivisioni, lotte comuni per la difesa di valori, diritti e luoghi altrimenti abbandonati al degrado e preda di malaffare e atteggiamenti e azioni camorristici capaci perfino di avvelenare vite, speranze e territori».

Come da tradizione consolidata, lungo percorso che dalla storica sede di via Monterosa, passando per via Ghisleri, fino a raggiungere località Cupa Perillo, tristemente nota per i continui roghi tossici che sviluppano tra le baracche del locale campo rom, il corteo ha animato le strade del quartiere Scampia a suon di slogan, colori e tanta musica.

Ai famigerati carri della gru, simbolo della gente che resiste alla crisi occupazionale in ogni parte d’Italia, della rosa dei venti, e di San Ghetto, quest’anno si è aggiunto il carro dedicato all’attività che in questi mesi è stata portata avanti dal Coordinamento comitati fuochi (di cui lo stesso Gridas fa parte), carro che è stato oggetto del tradizionale fuoco propiziatorio di fine manifestazione, e il trattore confiscato alla camorra che ha trainato lungo tutto il corteo una replica extra large del pacco alla camorra.

Vincenzo Viglione

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