Di fronte al problema della disoccupazione giovanile “non possiamo arrenderci né possiamo restare indifferenti. Sarebbe colpa gravissima per tutti, perché è in gioco il futuro dei nostri giovani e dell’intera società”. É quanto ha detto nel corso dell’omelia pronunciata durante la funzione del “Te Deum” dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe. “Ci sono risorse umane e intellettuali che non vanno sprecate e che, anzi, vanno tutelate e valorizzate, attraverso il contributo di idee e di fattibilità che ciascuna componente della comunità è in grado di offrire” ha ammonito Sepe. Proprio per confrontarsi su questa ma anche su altre emergenze che la chiesa di Napoli ha deciso “di riunire, l’8 e il 9 febbraio, tutta la Chiesa del Sud, ossia tutte le Diocesi con la loro specificità, la loro vocazione, le loro criticità e soprattutto le loro proposte, non per fare analisi e rivendicare ma per proporre alle istituzioni pubbliche e alle parti sociali progetti concreti e possibili, tali da creare opportunità di lavoro per migliaia di giovani”. “Le famiglie, nella loro maggioranza, vivono giornate e realtà drammatiche, che finiscono con il ripercuotersi sulla sua parte più fragile che è rappresentata dai giovani i quali, quando non finiscono – ha concluso l’arcivescovo – nel grigiore e nella depressione per il mancato inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni, diventano preda, per bisogno più che per scelta e vocazione, delle famiglie malavitose che li arruolano, dietro compensi anche interessanti, nelle fila degli addetti allo spaccio e, quindi, al controllo del territorio”.