NAPOLI – C’é un pezzo della storia d’Italia in ‘Come nuvole nere’, il libro scritto da Raffaele Sardo e dedicato alle vittime innocenti della criminalità presentato oggi a Napoli. Storie viste con gli occhi delle vittime più che dei carnefici, racconti di vite spezzate a volte per il solo fatto di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, oppure nell’adempimento del proprio dovere. All’incontro, ospitato nella sala giunta della Regione Campania, erano presenti molti familiari di vittime.
“Tenere vivo il ricordo di queste persone – ha sottolineato Paolo Siani, presidente della fondazione Polis – è un obbligo morale per tutti noi. In Campania sono 300 le vittime innocenti e non tutte riescono ad avere giustizia. Non vogliamo più commuoverci ma muoverci”. “Nel mio libro – ha spiegato l’autore – c’é un nuovo racconto della storia d’Italia fatto con gli occhi e il dolore dei familiari delle vittime che vuole fare giustizia anche di certe fiction”. “L’unica strada da percorrere perché le cose cambino – ha sottolineato Lorenzo Clemente, marito di Silvia Ruotolo – è la memoria dei nostri familiari”. “La camorra sta per essere battuta, siamo quasi arrivati alla sommità del vertice. E’ vero, c’é ancora la camorra di Secondigliano, ma sono gruppi isolati” ha detto Federico Cafiero de Raho, per anni impegnato sul fronte anticamorra come procuratore aggiunto della Dda di Napoli e nuovo procuratore di Reggio Calabria. “Non è il momento di avere paura – ha aggiunto – né di essere vigliacchi, dobbiamo reagire. La gente deve sapere che le istituzioni non sono lontane, che lo Stato è vicino”. Un auspicio condiviso dal procuratore di Salerno Franco Roberti che ha invitato a non dimenticare le tante vittime innocenti di cui non si parla: “Ricordo il caso di Luigi Esposito, un bimbo di 11 anni, garzone in un bar di Casoria ed ucciso perché sulla traiettoria di una sparatoria di camorra. Va recuperata la memoria di tutte le vittime, nessuna esclusa, perché i mafiosi – come diceva Sciascia – odiano magistrati e giornalisti perché ricordano. La memoria – ha concluso – è l’arma più potente che abbiamo”. Se don Tonino Palmese si è scagliato contro chi persegue il mito dell’avere e dell’apparire, il ruolo delle istituzioni nel contrasto alla illegalità è stato ricordato dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro: “Parliamo di una priorità assoluta – ha detto – e come politica dobbiamo mettere in campo cose concrete senza ricorrere alla retorica. Se riusciamo a mantenere questa originalità – ha osservato – siamo sulla giusta strada. Le Regioni hanno subito un taglio delle spese ma se c’é una cosa che non si può tagliare è proprio questo tipo di battaglia che noi come Regione Campania facciamo al fianco di Polis e che continueremo a sostenere”.