La crisi dei ritardi nei pagamenti della sanita’ da parte della Regione Campania potrebbe creare problemi nel garantire agli oltre 4.500 pazienti in emodialisi in Campania la continuita’ del trattamento salvavita da parte delle aziende e dei centri privati di cura. I ritardi medi dei pagamenti sono di circa 800 giorni e i crediti accumulati si collocano a circa 200 milioni, mentre 300 dipendenti di alcuni centri di dialisi privati accreditati presso la Regione Campania non hanno percepito integralmente lo stipendio di dicembre 2011.

Per questo l’Unione Industriali di Napoli – Sezione Sanita’ Arcade (Associazione Regionale Campana Ambulatori di Emodialisi) e Anisap Campania (Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private), cui fanno capo circa 120 centri dialisi, hanno inviato un appello al presidente del Consiglio, Mario Monti, chiedendo “un suo intervento forte e risolutivo”. In Campania il comparto della dialisi, accreditato al Ssn, e’ sostenuto per il 90% da ambulatori privati, frutto di una scelta di politica sanitaria che ha permesso alla Regione di erogare prestazioni dialitiche al costo piu’ basso d’Italia e con elevati standard qualitativi da circa 40 anni. “Qualora non si trovasse una soluzione al rilevante ammontare di crediti che il settore della dialisi vanta nei confronti della Regione Campania – affermano i firmatari dell’appello – saremmo costretti nostro malgrado ad interrompere le prestazioni di cura. Tale eventualita’ metterebbe in pericolo la sopravvivenza degli ambulatori di emodialisi privati accreditati e, di conseguenza, il trattamento dialitico e la vita degli oltre 4500 pazienti, che non troverebbero allocazione nelle strutture di dialisi pubbliche attualmente non in grado di accoglierli”.

 

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