Si chiama globesita’ ed e considerata la pandemia del ventunesimo secolo. La stima fatta dall’OMS per il 2015 e’ di 2,4 mld di persone in sovrappeso e 800 milioni di obesi nel mondo e in Italia siamo ormai a 5 milioni di obesi e circa 17 milioni in sovrappeso.

La Campania in questo scenario si piazza con 3 milioni di persone in sovrappeso e circa 750 mila obesi. Un primato a dir poco sconcertante se si aggiungono i dati della fascia adolescenziale con il 28% in sovrappeso e il 21% obeso. prima regione in Italia e Europa. Ormai siamo nella fase di costruzione di un gigantesco numero di potenziali ammalati del domani, con una incidenza del 7,5% sulla spesa sanitaria campana che si aggira intorno7/800 milioni di euro ,su un costo complessivo di circa 10 miliardi. Appare evidente, afferma Vito Amendolara, presidente dell’osservatorio per la dieta mediterranea, che un tema di cosi vasta portata non può essere approcciato con interventi estemporanei o privi di quel necessario livello di interdisciplinarità, indispensabili per affrontare seriamente il problema. Vi è la necessità, inoltre, di affrontare con decisione il fenomeno della pubblicità ingannevole ,a volte violenta e oltremodo invasiva, tanto da plasmare i nostri giovani, che acquisiscono e fanno propri modelli alimentari e stili di vita discutibili, provocando danni spesso irreversibili. La rete che sarà messa in campo rappresenta la novità che supera a piè pari la metodologia spesso posta in essere in maniera superficiale, che non ha dato finora risultati significativi. Il sodalizio con la direzione scolastica regionale, consentirà di mettere in campo in una fase iniziale, su 500 istituti scolastici della Campania, una attività di formazione e di accompagnamento a circa 1000 docenti, affinchè l’educazione alimentare, in uno all’attività motoria diventino “materie ”di studio per l’intero anno scolastico. In tal senso ,con il varo della legge reg n. 6/12 , e con la istituzione dell’ osservatorio, la Regione Campania intende promuovere e valorizzare la cultura della dieta mediterranea, individuando nel pianeta scuola la base di partenza, per affermare con forza un modello alimentare e uno stile di vita che, in una ottica di prevenzione, sia capace di restituire una migliore qualità di vita alla popolazione. La popolazione campana, la più giovane d’Italia (dati Istat) in una regione considerata la più verde d’Italia , per la sua elevata percentuale di territorio a parchi naturali (34% a fronte del 22% della media italiana) diventa per un brutto scherzo del fato , anche la vittima prediletta di un sistema che sta fagocitando lo stile di vita sano che ci appartiene per tradizione. Siamo , come è noto, la regione nella quale l’Unesco ha individuato la comunità emblematica ( il Cilento ) per il riconoscimento della dieta mediterranea e appare del tutto evidente, conclude Amendolara, che per la gravità e per la dimensione del fenomeno globesità, non ci possono essere più alibi . Si tratta in definitiva di coniugare ad ogni livello la responsabilità e l’impegno di ciascuno per realizzare un’ inversione di tendenza , che possa garantire una migliore qualità della vita alle presenti e alle future generazioni .

 

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