Niente stop a maggio. Lo smart working accompagnerà ancora gli italiani, anche durante l’estate 2022. Nonostante i termini per l’accesso semplificato siano formalmente scaduti con la fine dello Stato di emergenza del 31 marzo, ieri con un emendamento in Commissione Affari Sociali al cosiddetto “decreto Covid riaperture” varato appena prima del termine dello status, si è deciso di prorogare ulteriormente la possibilità di accedere in maniera semplificata al lavoro da remoto, sia per quanto riguarda i lavoratori fragili sia per tutti gli impiegati del settore pubblico e privato. Con alcune differenze però. Per i primi infatti l’estensione è più breve e arriva “solo” fino al prossimo 30 giugno. Ma di cosa si tratta? A spiegarlo con una nota è il ministero del Lavoro: la proroga riguarda «il regime di tutela per i lavoratori fragili», ovvero il «diritto allo smart working per tutti i fragili e, per specifiche categorie di fragili, ove non sia possibile svolgere lavoro in modalità agile, in equiparazione al ricovero ospedaliero». Non solo, posto che la norma è relativa sia al settore pubblico che a quello privato, è stato contestualmente prorogato il diritto ad accedere alle modalità offerte dallo smart working per tutti i genitori di figli con fragilità. Non viene ancora posta la parola fine anche sulle modalità semplificate di accesso allo smart working previste per le aziende subito dopo l’esplosione della pandemia. Nonostante a partire dal primo maggio non siano di fatto più considerate obbligatorie le mascherine nei luoghi di lavoro, né serva il Green pass – “base” o “rafforzato” che sia – per accedere in ufficio, all’interno dello stesso emendamento votato ieri dalla Commissione Affari Sociali si è deciso di estendere fino al 31 agosto (la scadenza segnata era il 30 giugno) il regime semplificato per l’accesso al lavoro agile. In altri termini le aziende per usufruire dello smart working fino alla fine dell’estate non sono tenute a comunicare al ministero ogni singolo nuovo accordo che dovrebbero aver raggiunto con ogni lavoratore per accedere al regime (e quindi le verifiche da parte dei tecnici sono potenzialmente meno semplici). Come accaduto fino ad oggi infatti, potranno continuare ad inviare al ministero i soli «nominativi dei lavoratori e la data di inizio e cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile».