Tampone rapido negativo e molecolare positivo: perché può succedere? Con i nuovi casi in costante aumento e il dilagare della contagiosa variante Omicron, sempre più italiani stanno decidendo di sottoporsi a test Covid. Ma tra tampone antigenico (anche detto rapido) e molecolare ci sono delle differenze di affidabilità che è sempre bene ricordare e che potrebbero riservare brutte sorprese come è successo al cantante Jovanotti o al conduttore Nicola Savino: negativi al rapido e positivi al molecolare. Uno studio pubblicato sul Financial Times dimostra che nei primi giorni dopo l’esposizione al virus, in pazienti che hanno sviluppato sintomi da meno di 5 giorni (o che li hanno superati da più di 7), un tampone rapido negativo non garantisce assolutamente che una persona non sia contagiata. Per essere più pratici, possiamo sottolineare che i tamponi rapidi potrebbero dare un esito falsamente negativo in tutti questi casi: Il tampone viene effettuato nei primi giorni successivi all’esposizione al virus (con i tamponi rapidi sarebbe opportuno attendere almeno 3-4 giorni dal possibile contatto con una persona positiva). La carica virale è troppo bassa per essere rilevata dal tampone rapido (accade in particolare, con i soggetti asintomatici). Il test viene fatto senza un adeguato prelievo del campione biologico (diffidate da chi fa tamponi rapidi inserendo per pochissimi istanti il tampone nel naso). È inoltre importante ricordare che è possibile risultare positivi ad un tampone molecolare per molti giorni dopo che il tampone rapido non è più in grado di rilevare più il virus. Itest rapidi sono più utili se effettuati appena prima di partecipare a un evento o  visitare una persona fragile. Questo perché il rapido non è sensibile nei primissimi giorni dell’infezione.  La carica virale aumenta spesso da 48 a 72 ore dopo l’infezione iniziale. Ecco perché farli il giorno stesso o qualche ora prima garantisce maggior sicurezza. La diffusione della variante Omicron nel Regno Unito punta i riflettori sull’uso dei test rapidi come strumento per arginare la diffusione del Covid dopo aver visto che molte delle persone contagiate a feste e raduni erano regolarmente risultate negative a tamponi rapidi preventivi.⁣ ⁣ Possiamo fidarci dunque dei test antigenici (o rapidi)? «Bisogna sempre ricordare – spiega Roberto Cauda,  direttore Uoc Malattie infettive, della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università Cattolica – che la percentuale di affidabilità del tampone antigenico si aggira intorno al 70%. I rapidi sono solitamente utilizzati per lo screaning e hanno un limite oggettivo legato alla metodica. Ovvio che sarebbe meglio affidarsi ai molecolari, ma sia per una questione di tempo che di costo, non arriveremmo mai a effettuare 1 milione di tamponi se si facessero i molecolari. Dunque, anche se sappiamo che c’è minore sensibilità, nell’eseguire test rapidi ci sono più benefici che rischi». 

In presenza di sintomi (raffreddore, mal di testa) è giusto fare il rapido?

«Si, anche perché è il test più facile da trovare e ha una risposta istantanea che ci permette di fare un primo screaning», spiega ancora Cauda.

Se l’esito è negativo possiamo fidarci?

«In caso di una sintomatologia si aspetta di vedere cosa succede nei giorni seguenti sapendo che il rapido non ha la stessa sensibilità del molecolare, soprattutto nei primissimi giorni dell’infezione. Se i sintomi, ad esempio, si aggravano o non passano a quel punto è bene eseguire anche un test molecolare. Se si hanno avuto contatti con persone positive invece è doveroso fare il molecolare. I test molecolari infatti riducono al minimo i “falsi negativi” e sono gli unici in grado di confermare la positività al Covid in maniera “ufficiale”».

Insomma, nei giorni prima di Natale abbiamo assistito a code chilometriche davanti alle farmacie per i rapidi, forse non ha avuto molto senso… «La corsa ai tamponi è legata al fatto che le persone sono spaventate dal numero dei contagi in aumento – conclude Cauda – Io credo che sarebbe ancora meglio la corsa all’uso corretto delle mascherine e all’evitare assembramenti».

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