Tutto pronto per l’inaugurazione, in programma lunedì 20 luglio, del distaccamento permanente dei vigili del fuoco di Agropoli. Da tre anni la città cilentana ha sul territorio un presidio estivo dei vigili del fuoco. La sede è presente in località Mattine, in uno stabile che la Giunta Regionale della Campania ha affidato in comodato d’uso gratuito al Comune, per finalità di Protezione civile, quale Ente capofila del Centro operativo misto per altri 16 enti locali, in caso di eventi calamitosi. Struttura operativa che già ospita annualmente una squadra di pompieri dell’AIB (Anti Incendio Boschivo), munita di due mezzi in dispositivo, da luglio al 31 agosto. La possibilità di avere un distaccamento dei vigili del fuoco attivo tutto l’anno sarà di certo un elemento di supporto alla sicurezza dei territori e della cittadinanza. Oltre a poter contare sui caschi rossi di Vallo della Lucania ed Eboli, i quali prima non potevano contare su riferimenti di supporto operativo nei centri costieri. Il distaccamento, una volta attivato permanentemente, vedrà operativi al suo interno 30 tra uomini e donne, organizzati su 4 turni.
Sono quasi 215 gli anni trascorsi dall’editto emanato in cui, il primo corpo di pompieri nell’era moderna nella penisola italiana e preunitaria, fu fondato a Napoli da re Giuseppe Bonaparte il 22 febbraio 1806. Fratello del più noto Napoleone Bonaparte, sul modello francese dei Sapeurs Pompiers. Solo dopo circa trent’anni, nel novembre del 1833, Ferdinando II di Borbone emanò l’editto che ufficializzava la nascita del Corpo dei Pompieri di Napoli. Il proclama, nell’organizzazione generale del Ministero degli Affari Interni, istituiva il Corpo dei Pompieri, sotto la direzione del Ministro della Polizia Generale. Essa rimaneva sotto l’autorità del Ministero dell’Interno. Il Prefetto e l’Intendente stabilivano i posti di guardia nella città, privilegiando i quartieri dove insistevano edifici pubblici. Nella Napoli Capitale, vennero istituiti quattro posti di guardia. I pompieri vennero dotati di vestiario molto simile a quello dell’artiglieria a piedi; la Compagnia era sottoposta alle leggi militari (fonte dell’Archivio Storico del Comune di Napoli). Nella Capitale partenopea, vennero istallate prese d’acqua (circa 80) esclusivamente da adoperare in caso di incendio. Altre trombe (pompe) vennero distaccate nei più grossi centri della provincia per essere usate in caso di necessità dai pompieri che partivano da Napoli trovandovi sul posto la macchina per l’estinzione dell’incendio.
Sulla moderna dotazione di macchine e preparazione dei pompieri, si riporta una testimonianza disinteressata e autorevole dell’epoca. Nel 1833 venne deciso di adibire, a Compagnia degli Artefici Pompieri della Città di Napoli l’ex Monastero dei Frati Caracciolini, denominato della Pietrasanta. In particolare, con lettera del 30 Dicembre 1833 (Corpo dei Pompieri della Città di Napoli) di protocollo n° 6683 e indirizzata al Direttore Ingegnere Carlo Diversi, Il Sindaco lo informa che è stata scelta come Sede della Compagnia degli Artefici Pompieri di Napoli l’abolito monastero della Pietrasanta. L’intera città di Napoli avrà la sua crescita urbanistica e topografica, nonché la sua memoria, intrisa dalle gesta dei pompieri partenopei. Lo stesso, di ciò che diverrà il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Massimiliano Esposito