È stata effettuata ieri mattina, presso la sala mortuaria dell’ospedale “San Pio”, l’autopsia sul corpo di una 51enne, deceduta al “Fatebenefratelli” dopo una serie di interventi chirurgici scaturiti in seguito a un’iniziale diagnosi di ernia inguinale. Il primo atto di un’indagine al momento contro ignoti per fare luce sul decesso, tenuto conto che il marito, lo scorso 22 giugno, poche ore dopo il decesso della moglie aveva presentato un’articolata denuncia presso la stazione carabinieri di Benevento. La recente riforma Cartabia ha però stabilito che per evitare quella che è stata definita la “sindrome clinico sanitaria”, ora il pubblico ministero ha l’obbligo dell’iscrizione dei sanitari solo al sorgere degli indizi. Non prima e non dopo: non prima al fine di evitare conseguenze negative sul piano personale e sociale, non dopo per evitare invece conseguenze lesive sul piano difensivo e cioè la preclusione dell’indagato a partecipare ad alcuni atti. L’autopsia è stata condotta dal medico legale Giovanni Zotti e dal chirurgo Bruno di Filippo. Presenti all’esame autoptico anche i consulenti dei familiari Noemi Razzano e Nicola Balzano. L’incarico ai periti è stato conferito dal sostituto procuratore Maria Colucci, che ha coordinato le indagini. Il marito della donna, intanto, è assistito dagli avvocati Mario Cecere, Giancarlo e Pasquale Servodio. I periti hanno chiesto un termine di 90 giorni per riferire alla Procura sulle istanze dell’esame autoptico e quindi se sussistono eventuali responsabilità in chi ha effettuato i vari interventi chirurgici. Nel frattempo i carabinieri hanno provveduto a sequestrare le cartelle cliniche che fanno riferimento ai vari ricoveri della donna presso l’ospedale “Fatebenefratelli” e che ripercorrono le terapie e gli interventi cui è stata sottoposta. La donna viveva ad Airola con i suoi familiari e la sua vicenda sanitaria, conclusasi con il decesso, ha avuto inizio nel gennaio del 2023. Fu allora che, a causa di forti dolori addominali, fu sottoposta a un intervento di ernia strozzata inguinale, apparso risolutivo rispetto alla patologia manifestatasi. Poi il 6 maggio, in seguito a forti dolori addominali, è stata condotta di nuovo al pronto soccorso del “Fatebenefratelli”, dove è rimasta ricoverata qualche giorno prima di venire dimessa, non essendo stato riscontrato nulla di rilevante. Video Ritornata nella sua abitazione di Airola, però, si sarebbero ripresentati gli stessi sintomi che in precedenza avevano fatto scattare il ricovero, da qui la decisione dei congiunti di trasferirla di nuovo presso l’ospedale beneventano. Quindi di nuovo il ricovero, questa volta durato solo qualche ora, e poi ancora la decisione di dimetterla. Alla luce della permanenza dei dolori, c’era stato un ulteriore trasporto da Airola in ospedale, con ricovero, fino al momento del decesso. Il marito, nel frattempo, ha denunciato che, a dire dei sanitari, la moglie è stata sottoposta a ben tre interventi chirurgici e quindi, essendo le sue condizioni peggiorate, dopo essere stata sedata e intubata, è stata dallo scorso 20 maggio trasferita nel reparto di rianimazione, dove poi è avvenuto il decesso. Un ricovero che, di fatto, non ha consentito ai familiari di poter avere colloqui con la congiunta e quindi di accertare le sue condizioni. “Finora non si è riusciti a capire il motivo del decesso. Anche perché le affermazioni dei sanitari – sostiene nella denuncia il marito della donna deceduta – sono risultate del tutto contraddittorie e incomplete”. Dopo l’autopsia, il magistrato ha autorizzato l’interro della salma.