Le Procure di Ravenna e Forlì hanno aperto due distinti fascicoli con l’ipotesi di reato di disastro colposo in merito all’ultima alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. L’inchiesta della Procura di Ravenna, secondo quanto riferisce il Resto del Carlino, è al momento a carico di ignoti e raccoglie le prime relazioni di Protezione civile e forze dell’ordine. Una volta terminata la fase dei soccorsi alle persone e prosciugate le aree allagate, il titolare dell’indagine – il Procurare capo Daniele Barberini – potrebbe decidere di affidare specifiche consulenze tecniche. Per quando riguarda le sei vittime finora identificate, per loro la Procura di Ravenna ha aperto fascicoli modello 45 (cioè conoscitivi, senza ipotesi di reato) affidati al pm di turno Angela Scorza, ma non è escluso che per alcuni casi si possa poi procedere con ipotesi di omicidio colposo. Anche per quando riguarda la prima alluvione, quella che aveva colpi il Ravennate il 2 e 3 maggio, era stato aperto un fascicolo: ma a modello 45, senza ipotesi di reato. Anche la Procura di Forlì-Cesena indaga per disastro colposo dopo l’alluvione che ha colpito il territorio provinciale. Così come nel caso di Ravenna, i pm forlivesi procedono contro ignoti con un fascicolo che, secondo quanto si apprende, viene definito un “atto dovuto”. Sono stati acquisite foto, documenti e report sia della Protezione Civile che delle forze dell’ordine.