Bidelli con diploma tarocco, lo scandalo riesplode in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Licenziati dai Provveditorati di mezza Italia del nord i collaboratori scolastici che avevano dichiarato titoli sospetti per entrare nelle graduatorie d’istituto e a scorrimento per il ruolo. In totale i collaboratori imputati e licenziati sono 123. Lo si apprende da fonti dell’amministrazione scolastica. Ma i provvedimenti di licenziamento non sono stati effettuati dal Provveditorato di Salerno, guidato da ottobre da Mimì Minella, ma da quelli di Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana. Ben 30 bidelli sono stati licenziati nel trevigiano per aver presentato titoli culturali e di servizio risultati falsi: erano coinvolti in un’indagine scattata l’anno scorso per truffa e falso. Si tratta di bidelli che erano indagati a vario titolo per aver dichiarato nel 2021 un diploma fasullo. Ben 8 salernitani avevano dichiarato un titolo poi risultati auto riprodotti con false pergamene. I bidelli salernitani erano stati destinatari di assunzione. Le assunzioni erano state effettuate in base alla posizione ricoperta dai candidati nella graduatoria correlata al bando personale Ata ai primi posti, in cui si erano sistematicamente posizionati candidati che avevano attestato di aver conseguito diplomi di qualifica professionale con votazione di 100 centesimi, oltre al possesso di specifiche esperienze professionali. Ma lo scandalo dei bidelli furbetti si allarga al Veneto, alla Lombardia e anche alla Toscana. Licenziati altri 80 bidelli che erano stati assunti nelle province di Como, Milano, Verona, Venezia, che tra il 2018 e il 2020 avevano dichiarato titoli falsi e qualifiche professionali con punteggi gonfiati. Sale a 123 il numero dei bidelli salernitani travolti, in due anni, dalla bufera giudiziaria. Falsi diplomi di qualifica per scalare le vette delle graduatorie dei bidelli. L’inserimento nelle graduatorie di istituto del nord da parte dei bidelli salernitani e campani è sempre più sotto la lente. L’inchiesta delle Procure trevigiane e lombarde segue lo stesso filone di quella della Procura di Vallo della Lucania e di Nocera Inferiore, è scattata poche settimane fa. Già nell’ultimo anno e mezzo l’Ufficio scolastico di Salerno aveva ricevuto più di 300 richieste di verifica titoli a carico di bidelli che avevano avuto supplenze al centro nord Italia. Si è collaborato con le scuole di Verona, Treviso e Venezia a seguito delle segnalazioni di casi presunti irregolari. Altri 19 bidelli salernitani sono indagati a Pistoia, ritenuti responsabili di truffa aggravata ai danni dello Stato; falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale; falsità ideologica e materiale commessa da privato in atto pubblico e per l’inosservanza delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. Molte altre scuole che stanno curando i fascicoli dei bidelli salernitani sono localizzate nel Veneto, ma anche nelle Marche e in Lombardia. Ecco cosa si è scoperto: in alcuni casi il diploma di qualifica dichiarato era falsificato, riprodotto e senza alcun riscontro nei registri di scuole paritarie o scuole statali salernitane; in altri casi i bidelli avevano gonfiato i titoli di servizio dichiarando di aver prestato servizio per anni in scuole paritarie, ma si è accertato che mancavano i versamenti all’Inps per attestare il servizio con regolarità e farlo valere nelle graduatorie. È la punta di un iceberg. I bidelli al momento sotto accertamento titoli sarebbero 123 ma il numero è destinato a salire.