Prima udienza del processo per truffa consumata, tentata estorsione per aver sottratto circa cinquecentomila euro ad una donna avellinese Alla sbarra due napoletani che in tre anni di raggiri, pressioni psicologiche e minacce, spacciandosi per «figli spirituali di Padre Pio» sono riusciti a farsi consegnare, in varie tranche, circa un miliardo delle vecchie lire, facendo leva sulla fede smisurata della donna.
Ieri, dinanzi al Tribunale Monocratico di Avellino, presieduto dal giudice Landolfi, è stata acquisita l’intera documentazione bancaria che attesta i vari movimenti di denaro che la donna è stata costretta a cedere in favore dei due suoi aguzzini per «purificarsi l’anima», «liberarsi dal peccato», nonchè per realizzare delle fantomatiche opere di beneficenza. Inoltre, è stata aperta l’istruttoria dibattimentale con l’ammissione di 23 testimoni citati dal pubblico ministero e dal legale della vittima costituita parte civile, l’avvocato Angelo Polcaro, per ricostruire la vicenda. Quando la donna – dopo aver prosciugato un conto corrente, un libretto di risparmio e dopo aver dilapidato un intero patrimonio ha dovuto subire anche delle minacce telefoniche.