BENEVENTO – Una truffa telematica, messa a segno da una cinquantenne residente nel tarantino, in danno di alcuni cittadini sanniti, è stata scoperta dalla polizia postale di Benevento. Le indagini hanno preso il via durante l’estate quando diversi utenti si sono recati negli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni lamentando di esser stati truffati da ignoti con l’affitto di appartamenti, in realtà indisponibili, in località balneari del Salento.

Il “modus operandi” della truffatrice era sempre lo stesso: inseriva annunci di ‘affitto appartamento’ corredati da foto estratte da “Google Maps” su alcuni siti internet specializzati, aspettava di essere contattata via mail o su un’utenza cellulare dai potenziali locatari, contrattava il prezzo di affitto e chiedeva immediatamente una caparra per bloccare l’appartamento. La modalità di pagamento dell’anticipo richiesto dalla donna era sempre “il vaglia veloce” o una “ricarica poste-pay”. Una volta incassate le caparre, la locataria continuava a rendersi disponibile con i truffati fino al giorno della vacanza, quando i malcapitati giunti sul posto scoprivano che gli “appartamenti in affitto” erano in realtà di proprietà o in uso ad altre persone. Lo stratagemma aveva consentito alla donna di raggranellare una decina di migliaia di euro in poche settimane. Al fine di rendere impossibile la propria identificazione, la truffatrice utilizzava una sim telefonica ed una carta Postepay acquistate con una sua carta d’identità alterata e risultata ufficialmente ritirata dall’ufficio anagrafe di competenza. Da una ricostruzione dei fatti, al momento del rilascio della nuova carta d’identità, approfittando di una distrazione dell’impiegato dell’ufficio di stato civile, la donna avrebbe astutamente trattenuto il vecchio documento “alterandone” poi la data di scadenza. Dopo alcuni giorni si sarebbe recata presso un ufficio postale di zona ed avrebbe aveva acquistato la carta Postepay e la sim Poste Mobile utilizzate per le truffe. Anche per l’incasso dei “vaglia veloci”, per i quali l’operatore postale ha il solo obbligo di appuntare gli estremi del documento di chi riscuote, la donna avrebbe continuato ad esibire tranquillamente il documento taroccato. Le indagini hanno avuto decisiva svolta solo nelle ultime ore, quando gli uomini della Squadra Criminalità informatica della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Benevento, dopo la minuziosa acquisizione di dati telematici e di precisi riscontri, hanno accertato, che la titolare del documento in questione, sebbene dichiaratasi inizialmente estranea ai fatti, aveva utilizzato in due circostanze la “sim truffaldina” per collegarsi in rete al proprio “profilo Facebook”. Sono tuttora in corso ulteriori indagini finalizzate all’identificazione di eventuali complici della donna denunciata in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria.

 

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