È passato dal carcere ai domiciliari l’82enne sospettato dell’omicidio del docente Pietro Caprio, il cui corpo carbonizzato è stato trovato nel primo pomeriggio di sabato 4 novembre in un’auto data alle fiamme a Baia Domizia, località balneare del comune di Cellole (Caserta). Lo ha stabilito il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, che ha convalidato il fermo disposto domenica dalla Procura, ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare per l’anziano, ma con una misura meno afflittiva del carcere. L’elemento di accusa più rilevante a carico dell’82enne sono le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza comunali, che hanno ripreso la Fiat Palio del presunto assassino e la Dacia Duster della vittima imboccare insieme poco dopo le 14 di venerdì 3 novembre via Pietre Bianche, una stradina di campagna di Baia Domizia. La Palio dell’anziano è stata poi vista mentre intorno alle 14.30 usciva da sola dalla stradina, mentre non c’era traccia dell’auto di Caprio, il cui corpo carbonizzato nell’auto bruciata è stato ritrovato 24 ore dopo. Oggi l’indagato, nel corso dell’udienza di convalida, ha risposto alle domande del gip, ribadendo di non aver ucciso Caprio, ma fornendo poi una versione parzialmente diversa rispetto a quanto raccontato in caserma qualche giorno fa a carabinieri e pm. L’ex operaio, assistito dall’avvocato Gabriele Gallo, ha detto al gip di aver fatto mente locale in questi due giorni in carcere, e di essersi ricordato che venerdì 3 novembre era in effetti andato in auto al suo fondo agricolo – è ubicato nell’area del delitto – e di aver visto Caprio nella sua Duster con una donna proprio nel punto in cui 24 ore dopo è stato ritrovato il corpo carbonizzato. Il gip non ha creduto a tale versione ed ha emesso ordinanza per omicidio pluriaggravato e distruzione di cadavere. Qualche giorno fa l’anziano aveva raccontato, a dispetto delle telecamere, di non essere lui in auto.