Il cardiologo paganese Giuseppe De Martino resta ai domiciliari, il tribunale del Riesame ha rigettato la sua richiesta di revoca della misura restrittiva. È lui stesso ad annunciarlo dal proprio profilo social: «Purtroppo dovrò ancora rimanere a casa e non potrò svolgere per il momento la mia professione medica. Io ho fornito ogni informazione in mio possesso per dimostrare la mia innocenza e sono sereno sulla correttezza del mio operato. Il riesame si è riservato 45 giorni per comunicare le motivazioni della propria decisione. Non comprendo in alcun modo il perchè dei domiciliari ma non posso che subirli con dignità e pazienza, continuando a sperare che le indagini in corso mi restituiscano la verità che merito». Quindi ringrazia «tutti voi che mi siete stati e mi siete costantemente vicini! Un forte ringraziamento ai miei avvocati Alfonso Mutarelli e Carlo De Martino, per il loro lavoro straordinario di ricostruzione della verità, nonostante i pochissimi giorni avuti a disposizione». Il cardiologo era stato arrestato a luglio per concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Tra le contestazioni formulate nei confronti dei medico ce n’è una (violenza e minacce) inerente le pressioni esercitate nei confronti dei suoi collaboratori che si sono rifiutati di somministrare dei farmaci per la sedazione in assenza di un anestesista. Risultava inoltre in sala operatoria mentre era in montagna a sciare. A denunciare le anomalie nello svolgimento delle sue mansioni, era stata proprio la dirigenza della clinica Mediterranea di Napoli, presso la quale De Martino era in servizio. Le accuse forse più gravi riguardano però le modalità e la tipologia di interventi che il medico svolgeva. Per il trattamento delle aritmie, ad esempio, privilegiava effettuare interventi anziché di «ablazione semplice», di «l’ablazione ibrida», un tipo di operazione che comporta più costi, più rischi e soprattutto richiede uno staff e strutture ben più ampie di quelle che avrebbe utilizzato il medico indagato. Se un intervento di ablazione semplice ha un costo di poco meno di 4mila euro, uno di ablazione ibrida costa quattro volte tanto: 16mila euro. Secondo l’accusa il medico aveva anche preteso e ottenuto che la Clinica acquistasse gli strumenti utilizzati per le operazioni da una società di intermediazione di proprietà della moglie. In poco tempo la Mediterranea ha versato sul conto di questa società della moglie di De Martino circa 6 milioni di euro.