Una condanna a morte, quasi una “fatwa” eseguibile in qualsiasi momento da qualunque camorrista, fu emessa dal gotha del clan dei Casalesi contro Antonio Salzillo, nipote del boss fondatore del clan Antonio Bardellino, ucciso insieme a Clemente Prisco il 6 marzo del 2009 a Cancello e Arnone.

Lo ha spiegato al processo per il duplice omicidio in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) l’ex boss oggi pentito Antonio Iovine. “Antonio Salzillo ­ dice collegato in video­conferenza l’ex primula rossa ­ doveva morire, così come il fratello Paride, che noi uccidemmo nel 1988. La stessa ‘strage di Casapesenna’ (datata 1988, nel corso della quale fu uccisa una persona) fu organizzata proprio per colpire Antonio che però riuscì a sfuggire. Il suo ritorno nel Casertano, non autorizzato, non è piaciuto a nessuno, in particolare a Nicola Schiavone (figlio di Sandokan, ndr) che temeva per la sua incolumità. Salzillo fu anche visto in piazza San Cipriano; e come se avesse detto uccidetemi. Questa circostanza svegliò il clan”. Salzillo, così come il resto della famiglia Bardellino, trasferitasi in parte a Formia, non poteva più tornare dopo la faida di fine anni ’80 inizio anni ’90, ma nel 2007 aprì una concessionaria d’auto a Cancello e Arnone provocando la reazione del clan. Nel processo risultano imputate dieci persone tra mandanti ed esecutori del duplice delitto, tra cui lo stesso Schiavone jr, raggiunto proprio ieri da un’ordinanza in carcere. Iovine ha escluso che Michele Zagaria avesse autorizzato Salzillo a tornare nel Casertano. Così come i superstiti della famiglia Bardellino, trasferitasi in parte a Formia, Antonio non poteva fare più ritorno. “Era una voce che girava ma non credo che Michele abbia fatto una cosa del genere; non poteva permetterselo. Solo Francesco ‘Sandokan’ Schiavone e Francesco Bidognetti potevano autorizzare Antonio Salzillo a tornare in provincia di Caserta”. Iovine riferisce che dopo il duplice delitto incontro Schiavone jr. “Nicola ­ prosegue il pentito ­ mi disse ‘non è finita qui, colpiremo anche gli altri’. Poco dopo ci fu il triplice omicidio Papa­Minutolo­Buonanno, che erano persone vicine a Salzillo”.

 

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