Era convinto di essere giunto in Italia per trascorre una vacanza con un amico conosciuto su Facebook ma è stato rapito e chiuso in una fatiscente alcova di Castel Volturno (Caserta) dove i suoi aguzzini hanno cercato di costringerlo a prostituirsi per pagare 12mila euro in cambio della restituzione del passaporto.
Il protagonista della vicenda è un giovane brasiliano di 25 anni, liberato grazie ad una irruzione della Polizia di Stato di Castel Volturno intervenuta dopo una segnalazione del Consolato del Brasile. Gli agenti hanno anche arrestato i sequestratori del giovane: quattro transessuali, tutti brasiliani, tra i 28 e i 35 anni. Per convincerla a vendere il suo corpo la vittima ha subìto percosse e tentativi di violenza sessuale, chiuso a chiave in un’abitazione di via Leoncavallo trasformata in una alcova degradata in cui i transessuali si prostituivano. La vittima, però, è riuscita a lanciare un sos a un amico con un computer: grazie all’indirizzo su una bolletta della luce è riuscita anche a indicare il luogo preciso dove si trovava. L’amico ha avvertito subito le autorità brasiliane che, a loro volta, hanno informato la Polizia italiana dando il via alle indagini. Nel corso dell’irruzione, gli agenti hanno arrestato i quattro sequestratori e scoperto anche una sorta di “libro mastro” dove la maitresse teneva i conti dell’attività di prostituzione. I poliziotti hanno arrestato la tenutaria della casa di tolleranza, Malaquias Souza Chieti Andre Luiz, conosciuta come “Jacqueline”; Fernandes Souza da Silva Rodrigo, conosciuta come “Renata”; Lemos de Jusus Francisco Carlos, detto “Jiselle” e Castro Nogueira Almir, detto “Mel”, già noto alla polizia perché coinvolto nelle indagini sulla morte di un altro trans avvenuta alcuni mesi fa. Per tutti l’accusa è di sequestro di persona e violenza sessuale.