Dimorava nel campo nomadi di Secondigliano, alla periferia di Napoli, Bruslin Djordjevic, 35 anni, catturato a Charleroi, in Belgio, durante un blitz coordinato dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta e dalla Squadra Mobile di Napoli: si tratta dell’undicesimo elemento della banda protagonista il 27 aprile del 2012 della cruenta rapina alla gioielleria Ogm di Maddaloni nel corso della quale persero la vita l’appuntato dell’Arma Tiziano della Ratta (rimase ferito anche il maresciallo Domenico Trombetta) e due banditi. Djordjevic era destinatario di un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. “Le indagini proseguono”, ha spiegato il procuratore aggiunto Luigi Gay nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina alla presenza del sostituito titolare del fascicolo Carlo Fucci, del comandante del Reparto Operativo di Caserta Alfonso Pannone e del capo della Squadra Mobile partenopea Ferdinando Rossi. Secondo gli inquirenti, Djordjevic era presente durante la rapina, in particolare era all’esterno del negozio in una delle auto a bordo delle quali erano giunti i banditi con il compito di controllare l’eventuale arrivo dei carabinieri e di fare da staffetta durante la fuga.

Il 35enne, è emerso, era fuggito subito dopo il fatto a causa anche dell’intensa pressione degli investigatori che passarono al setaccio lo stesso campo nomadi di Secondigliano, così come quelli delle province di Napoli e Caserta; l’uomo è stato ricercato, senza esito, anche in Francia grazie al supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. E’ stata la Squadra Mobile di Napoli a raccogliere poi rilevanti informazioni sul 35enne mentre indagava su tre uomini di etnia rom, residenti sempre nell’insediamento a Nord di Napoli, accusati di sequestro di persona (tutti catturati e condannati); gli elementi raccolti sono stati subito trasmessi ai carabinieri. E’ stata quindi installata nei pressi della dimora belga di Djordievic una telecamera che ha confermato la sua presenza sul posto; si sono rivelate poi decisive anche le intercettazioni telefoniche.

 

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