L’udienza del processo per l’omicidio di Serena Mollicone, 18enne di Arce uccisa nel 2001, si è svolta stamattina e il pm Maria Beatrice Siravo ha chiesto ufficialmente il rinvio a giudizio di Franco Mottola, maresciallo dei carabinieri di Teano, del figlio Marco, della moglie Annamaria e di altri due carabinieri, tutti accusati dell’assassinio in concorso. Secondo la Procura di Cassino, la ragazza fu uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce ed il suo corpo poi abbandonato in un altro luogo. I legali dei 5 hanno presentato delle eccezioni alle quali il giudice per le udienze preliminari ha dato parere negativo. L’ex comandante della caserma di Arce, Franco Mottola, unitamente al figlio Marco ed alla moglie Annamaria, sono accusati del reato di omicidio volontario ma nello specifico l’accusa non chiarisce chi dei tre potrebbe aver sferrato il pugno contro la testa di Serena. Un colpo violento che scaraventò la ragazza contro la porta e che l’ha portata a perdere i sensi. A margine dell’udienza, ha parlato Antonio Mollicone, zio di Serena: “È stato doloroso dover sentire come Serena potrebbe essere stata assassinata ma un passaggio simile era necessario per arrivare finalmente alla verità”.

La prossima udienza è fissata per il 13 marzo quando a prendere la parola saranno gli avvocati della difesa; il 20 marzo potrebbe arrivare la camera di consiglio con la conseguenze decisione del giudice. Nell’udienza di oggi a prendere la parola dopo il magistrato è stato il legale della famiglia di Santino Tuzi, l’avvocato Elisa Castellucci, che ha ribadito quando sia stata importante la dichiarazione rilasciata dal brigadiere inerente l’ingresso di Serena Mollicone nella caserma di Arce quel 1 giugno del 2001. L’avvocato Castellucci, come il magistrato, ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Germani, Francesco Candido, Paolo Arpino ed Eduardo Rotondi. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Dario De Santis, Sandro Salera ed Elisa Castellucci.

 

 

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