La morte di Carlo Arena, il 17enne di Sant’Arpino disperso martedì scorso nel mare di Castel Volturno e trovato morto ieri nelle acque di Pescopagano, ha scosso la comunità locale. Il consigliere comunale Elpidio Iorio ha espresso il suo dolore su Facebook con parole toccanti.

“Il mare ha risucchiato dentro di se i sogni e le speranze di un giovanissimo figlio della terra santarpinese. Il confine tra la gioia e il dolore molte volte è davvero labile. Carlo Arena aveva desiderato a lungo che arrivasse in fretta il giorno della sua vacanza quale inizio di un meritato periodo di relax e divertimento. Quel giorno è arrivato ma il mare, anziché quelle del piacere, gli ha spalancato le porte della tragedia, degl’inferi, del buio, del futuro mancato, del silenzio mortale. Il mare, come sostiene Baricco, è senza spiegazioni. È una straordinaria forza della natura. Quella Natura che a volte è beffarda, insensibile al dolore dell’uomo, intenta solo a perpetuare se stessa. Quella Natura che ti riserva dolori immensi e assurdi. Quell’assurdo che non può essere vinto ma solo accettato come tale”.

“Leopardi scriveva: “l’uomo non può sperare di vincere il nulla, da cui è sorto e a cui farà ritorno, ma può solo identificarsi e annullarsi con esso “. L’esistenza di Carlo si è annullata per sempre tra i grandi flutti del mare Domiziano. In quel mare pieno di voci, vivo, palpitante, profondo e senza sponde che in un attimo diventa spietato e crudele salvo poi riprendere imperturbabile il suo moto. Quel mare d’ora in avanti si arricchisce di un’altra tenera voce, quella di Carlo che risuonerà tra quelle onde in grado di catturare sguardi, animi, vite… Tutto è inspiegabile, tutto ritorna a Dio, tutto rimanda al Mistero della Vita. Non sarà facile per i tuoi genitori sopravvivere ad un dolore così innaturale”.

“La Comunità Santarpinese, scossa e attonita, nel dolore si compatta e si ritrova. Con un abbraccio corale cinge intorno al proprio petto quei genitori smarriti e segnati per sempre dal dolore per la perdita del frutto del loro amore. I tanti perché di tale tragedia si infrangono contro un silenzio agghiacciante. La speranza di poter un giorno riabbracciare Carlo deve stimolare ciascuno di noi a riprendere quel cammino, imprevedibile e sorprendente, che si chiama Vita! A presto Carlo!!!”.

 

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