Dopo il bagno di folla del popolo di Terra dei veleni dei giorni scorsi, assistiamo al levarsi di un coro unanime, anche tra politici e istituzioni, circa la necessità di reperire le risorse necessarie per fronteggiare le cosiddette bonifiche. Tutto ciò ci insospettisce non poco. Il sospetto è che dopo l’avvelenamento, concertato a tavolino, dall’oliato sistema di imprenditori senza scrupoli, politici ignavi e corrotti e criminalità organizzata, adesso si fiuti e ci si avventi, con altrettanta ingordigia, sul business multimilionario della ‘rimozione di terra’.
Ebbene sì, il fondato sospetto è che si voglia approfittare del momento di ribellione e di crisi dell’edilizia per mettere in moto una grande quantità di mezzi di movimento terra per smuovere veleno dalle nostre terre e avvelenare altrove, dissipando come sempre ingenti risorse della collettività e arricchendo i soliti noti criminali, proprio quelli che hanno avvelenato. Il Coordinamento Comitati Fuochi intende dunque fare una serie di precisazioni:
1) Se non sono prima arginati definitivamente il fenomeno degli sversamenti illegali di rifiuti industriali e roghi tossici non ha alcun senso iniziare nessun tipo di bonifica.
2) Se le bonifiche sono quelle che, con fondato sospetto, abbiamo descritto sopra, allora non saremo mai d’accordo. Non vogliamo parlare di bonifiche ma di risanamento, disinquinamento e riqualificazione dei territori, con modalità concordate con i territori.
3) I fondi per le bonifiche non devono servire nemmeno, come fatto in maniera fallimentare fino ad oggi, per rimpolpare le tasche di dirigenti di enti appositamente costituiti per essere ricettacolo di voti.
4) Bisogna partire con una chiara mappatura delle zone, ragionando non sui singoli siti ma sulle aree vaste che li circondano, con inibizione alle colture nell’intera area, riconversione al no food diretto a filiere produttive e non alle biomasse, isolamento delle falde compromesse.
Se dunque per le istituzioni le bonifiche significano in tutti i casi rimuovere per inquinare un altro territorio noi non ci stiamo. Sappiamo che esistono altre tecniche di disinquinamento in loco e vogliamo approfondire quelle. Il modus operandi seguito in questi anni, e che si sta cercando di riproporre sul tema delle bonifiche, è palesemente fallimentare. Pertanto chiediamo di virare verso soluzioni alternative che, come noi, anche tecnici e professionisti che operano nelle istituzioni conoscono e che questi ultimi hanno il dovere di valutare con molta attenzione. Non c’è bisogno di migliaia di milioni ma di molto meno per risanare e riqualificare il nostro territorio. E’ necessaria solo la volontà di farlo.
Coordinamento Comitati Fuochi