In crescita i contagi Covid e s’impenna la curva dei nuovi casi nell’ultimo mese ma tra le grandi città delle regioni italiane sottoposte all’onda d’urto della quarta ondata, Napoli e provincia (come la Campania in generale), tiene in equilibrio la quota dei nuovi ricoveri Covid. In pratica all’aumento del numero delle infezioni giornaliere (mediamente 250 in città di cui il 10-15 per cento sintomatiche) non si registra il netto aumento della occupazione di posti letto come nel resto d’Italia. Un equilibrio che si mantiene abbastanza stabile anche nelle terapie intensive. A oggi sono 29 i posti di rianimazione occupati in Campania, erano 22 una settimana fa, 25 due settimane fa e 20 quattro settimane fa. Di questi la maggioranza sono a Napoli e provincia anche se a fare posto ai nuovi arrivi, in queste aree critiche, sono purtroppo i pazienti deceduti. La letalità tra le persone prive di scudo vaccinale resta piuttosto alta. Il principale punto di approdo dei nuovi casi resta il Cotugno: qui la rianimazione, 8 posti letto, è satura. I pazienti sono tutti non vaccinati, l’età media è di 64 anni, ma non mancano i 40 e 50enni. In terapia sub intensiva dove si effettuata la ventilazione non invasiva sono 30 i posti occupati su 32. Anche qui l’età media è di 65 anni, 6 le persone vaccinate. Infine in degenza ordinaria si contano 63 ricoverati su 67 posti, il 90 per cento non vaccinati. «Gli arrivi in pronto soccorso sono costanti anche se, nelle ultime due settimane, c’è stato un leggero incremento – spiega la bed manager Cristina Boccia – siamo passati da circa 10 a 12 arrivi ogni 24 ore». Molti no-vax tendono a restare a casa per troppo tempo e il ricovero avviene quando la malattia ha già prodotto danni. La percentuale dei ricoveri sugli arrivi è di circa il 30 per cento. «C’è un piccolo aumento dei ricoveri – conferma il manager Maurizio Di Mauro – sempre per il 90% non vaccinati. Attraverso il turnover riusciamo ancora a contenere la domanda anche se questa mattina (ieri, nda) gli 8 posti di terapia intensiva sono tutti occupati e i 32 di subintensiva praticamente pieni. Gli esuberi li trasferiamo sui territori conservando tutte le altre attività infettivologiche. Si è stabilità una buona collaborazione con gli altri ospedali regionali. L’età media per i più gravi, tutti non vaccinati, è intorno ai 50 anni». È di qualche giorno fa, tuttavia, il decesso di un 32enne di Castellammare, in sovrappeso, non vaccinato ma in buona salute travolto da polmonite destruente deceduto dopo pochi giorni dal ricovero. «È una follia trovare resistenza ai vaccini», conclude Di Mauro.
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