L’invito assai accattivante, sotto forma di breve video musicale, ha raggiunto i cellulari di migliaia di adolescenti napoletani. Tutti chiamati a partecipare a una sorta di “rave party” organizzato nell’ex base Nato di Bagnoli trasformata in location per grandi eventi. L’appuntamento – segnalato da un gruppo di genitori in allarme – è per oggi: dodici ore di musica no stop a partire da mezzogiorno tra drink, pizze sfornate al momento e carne alla brace. In console si alterneranno almeno una decina di deejay, la musica che suoneranno è elettronica, quella che batte forte a ritmo incalzante, principale caratteristica di questo genere di raduni. Visto e considerato che sono state coinvolte quasi tutte le scuole della città, è molto facile immaginare che al “rave” di Bagnoli prenderanno parte anche tanti minorenni. Da qui la preoccupazione delle famiglie che – in molti casi – hanno già negato ai loro ragazzi il permesso di partecipare al festone. Secondo quello che dicono i genitori – e anche alcuni professori di liceo messi al corrente dagli stessi studenti dell’atteso evento – i giovani coinvolti superano i duemila. Ammesso che la cifra corrisponda al vero – c’è chi addirittura sostiene che le adesioni raccolte sarebbero molte di più – una domanda – anzi più di una – è d’obbligo: come si fa a controllare una festa del genere? Chi vigilerà che la distribuzione dell’alcol avvenga in maniera legale, ovvero tenendo conto dell’età di chi partecipa? Chi si occuperà di garantire che tutto fili liscio? È ancora: è previsto un servizio d’ordine? Ci sarà un’ambulanza con dei medici a bordo pronti a intervenire in caso di necessità? E se qualcuno – ecco uno dei principali timori dei genitori – dovesse introdurre sostanze stupefacenti all’interno della festa? Che cosa potrebbe accadere? A voler dare ascolto ai ragazzi che oggi saranno sul pratone di Bagnoli – e che prima di tutto contestano la definizione di “rave” – si tratterebbe solo di un “party”. Una giornata “tranquilla” – dicono – organizzata “all’aria aperta” con l’unico obiettivo di “stare un po’ insieme, ascoltare musica, ballare e finalmente tornare a vivere dopo tanti mesi passati chiusi in casa”. Non la pensano così le mamme e i papà degli invitati che – da ieri – ingolfano le chat di classe per condividere ansie e preoccupazioni: «La domanda che poniamo è molto semplice: migliaia di ragazzi, e ragazzini, insieme per un giorno intero, buttati su un prato – musica a palla, alcol free e chissà che altro – possono mai farci stare tranquilli?». Ecco la risposta: «Assolutamente no, ragion per cui ce la metteremo tutta per evitare che una festa si trasformi in una tragedia».

E c’è un appello lanciato alle forze dell’ordine: «Può darsi che siamo in errore – scrivono le famiglie in un post affidato a una pagina Facebook – anzi lo speriamo davvero. I ragazzi potrebbero avere ragione, “tutto legale e tutto regolare, solo una bella occasione per divertirsi insieme”, ma se è vero che domani (oggi per chi legge) a Bagnoli saranno migliaia, così come abbiamo contezza, è assolutamente necessario controllare che tutto sia in regola. A cominciare dall’età dei partecipanti – dicono – e dalla quantità di alcol in circolazione». A tutto ciò si aggiunge la gran paura che alla festa possano infiltrarsi giovani malintenzionati pronti a aggredire e fare a botte: «Accade ormai ogni fine settimana, – concludono i genitori – sempre più spesso si tirano fuori coltelli e tirapugni: Chiaia è diventata un far west e i nostri figli troppo spesso diventano vittime inconsapevoli. Che cosa potrebbe accadere se durante il “rave party” scoppiasse una rissa? Meglio non pensarci».

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