Sono stati circa 450 gli attacchi compiuti ieri dall’esercito israeliano sulla Striscia mentre continua la pressione sulla roccaforte di Hamas a Khan Yunis nel sud e nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che a Khan Yunis sta operando la 7/a Brigata che ha aiutato le forze aeree a colpire “terroristi, alcuni dei quali intendevano lanciare razzi verso le forze israeliane”. Secondo la stessa fonte, la Marina israeliana ha attaccato “infrastrutture terroristiche usate dalle forze navali di Hamas nel centro e nel sud della Strscia”. Elad Goren, capo del dipartimento civile del Cogat, l’agenzia israeliana per il coordinamento civile con i palestinesi, ha dichiarato che il valico di Kerem Shalom tra Israele e Gaza sarà aperto solo per le ispezioni nei prossimi giorni, come riporta il Jerusalem Post. Ieri un alto funzionario statunitense ha dichiarato che Israele ha accettato, su richiesta degli Stati Uniti, di aprire il valico di frontiera per lo screening e l’ispezione degli aiuti umanitari consegnati alla Striscia attraverso il valico di Rafah per contribuire ad accelerare la consegna di forniture umanitarie. Washington sta negoziando con gli israeliani sulla questione da settimane. L’esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati – riservisti – uccisi in combattimento a Gaza. Secondo stime dei media, dall’inizio dell’operazione di terra nella Striscia, il totale é ora di 91 soldati uccisi. Solo 69 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza ieri. Lo ha fatto sapere – ripreso dai media israeliani – l’Ufficio per il Coordinamento degli aiuti dell’Onu secondo cui la cifra è molto al di sotto delle necessità individuate dalle organizzazioni internazionali. In raffronto, durante la tregua delle settimane scorse, ogni giorno entravano nella Striscia 200 camion di aiuti al giorno. Cinque palestinesi sono stati uccisi – ed altri feriti – in scontri con l’esercito israeliano nel campo profughi di Al-Fara, a sud di Tubas, nei pressi di Nablus in Cisgiordania. Lo ha riferito l’agenzia Wafa che cita fonti mediche. Le stesse fonti hanno sostenuto che “i soldati dell’occupazione hanno cercato di impedire alle ambulanze della Mezzaluna Rossa di raggiungere i feriti”. L’esercito israeliano al momento non ha dato ancora la sua versione dei fatti. Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha ordinato che siano reclusi solo in celle sotterranee i membri della unita’ di elite di Hamas ‘Nukhbe’ che il 7 ottobre hanno compiuto massacri e che sono stati poi catturati da Israele. ”Dopo anni che non era piu’ utilizzato – ha scritto Ben GVir su X – ho ordinato al servizio carcerario di riattivare un settore sotterraneo per i detenuti della ‘Nukbeh’. Quei nazisti – ha aggiunto – non si meritano alcun raggio di sole fintanto che i nostri connazionali rapiti si trovano nei tunnel infernali”. Nei contatti con l’amministrazione Biden sulla futura gestione di Gaza, il premier palestinese Mohammed Shtayeh ha detto che l’Autorità nazionale palestinese potrebbe partecipare a un “nuovo meccanismo, assieme con la comunità internazionale”. In quel contesto – scrive Bloomberg, citando un alto funzionario palestinese – Shtayeh non ha escluso in principio una partecipazione, in forma subalterna, di Hamas. “Hamas prima del 7 ottobre era una cosa, adesso è un’altra”, ha detto il premier. “Se sono disposti a un accordo e accettano la piattaforma politica dell’Olp, sarà possibile parlarne. Occorre che i palestinesi non siano divisi”. L’ala militare di Hamas, Brigata Ezzedin al-Qssam, ha affermato di aver sventato oggi un tentativo israeliano di liberare uno degli ostaggi il quale – ha aggiunto – ”è rimasto ucciso” nell’operazione. In Israele finora non c’è alcun commento al riguardo. Secondo Hamas l’unità speciale israeliana incaricata del blitz è stata scoperta tempestivamente e ha subito perdite. E’ allora intervenuta l’aviazione che ha bombardato la zona. In questo evento ”un soldato ostaggio, di 25 anni, è rimasto ucciso”. I miliziani di Hamas affermano di aver recuperato sul terreno un fucile israeliano ed un apparecchio trasmittente. L’Unione Europea “non è ancora pronta” per varare sanzioni a 27 ai coloni israeliani in Cisgiordania ma la questione viene “apertamente discussa” e tornerà al tavolo. Lo ha detto un fonte diplomatica europea alla vigilia del Consiglio Affari Esteri di lunedì, dove la situazione a Gaza sarà al centro della discussione dei ministri, benché non sia attesa “alcuna decisione concreta”. I coloni, spiega la fonte, sono però visti dai 27 come “un rischio per l’escalation regionale” e un “ostacolo” alla soluzione dei due Stati, oltre che responsabili di “violenze” e “violazioni del diritto internazionale”. “Sono un problema, non c’è dubbio, e la situazione in Cisgiordania verrà discussa in Consiglio”, conclude la fonte.

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