È entrato oggi a Gaza il primo ospedale da campo dall’inizio della guerra. Lo hanno reso noto funzionari palestinesi. L’attrezzatura per l’ospedale da campo è stata trasportata a Gaza da quaranta camion attraverso il valico di Rafah. A bordo anche 17 operatori sanitari e tecnici giordani Secondo il bilancio di Hamas, da inizio guerra, i feriti sono 30.000 a Gaza e 13.000 i morti, due terzi dei quali donne e bambini. Il ministro della Sanità egiziano è oggi al valico di Rafah per accogliere centinaia di feriti che saranno curati in Turchia, negli Emirati e negli ospedali egiziani, tra cui diversi bambini prematuri, la maggior parte dei quali ha già oltrepassato il confine. Da questa mattina sono intanto entrati in Egitto – secondo l’Ufficio stampa del governo – 280 stranieri o persone con doppia nazionalità che erano rimasti bloccati nella Striscia. A Gaza sono anche entrati 50 camion di aiuti, tra cui un ospedale da campo fornito dalla Giordania, e due camion di carburante. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha annunciato che il numero di sfollati nella striscia di Gaza è di circa 1,7 milioni di persone. I Paesi del Brics terranno domani un vertice straordinario in videoconferenza sul conflitto israelo-palestinese. Lo riferisce il servizio stampa del Cremlino, sottolineando che vi parteciperà anche il presidente Vladimir Putin. Lo scrive l’agenzia Interfax. Un reparto dell’esercito israeliano ha occupato oggi il Palazzo della Giustizia, nel settore sud di Gaza City. Lo ha riferito la televisione pubblica Kan. Secondo i media, dopo aver occupato il Parlamento ed il comando della polizia, Israele continua a colpire simboli di governo di Hamas. Il presidente dell’Unione africana ha condannato la risposta israeliana a Gaza in seguito ai sanguinosi attacchi di Hamas del 7 ottobre affermando che essa “non è giustificabile” viste le vittime civili e che porterà ad alimentare “l’estremismo”. Le azioni di Hamas sono “condannabili (…) ma la risposta è ingiustificabile”, ha affermato Azali Assoumani nel corso di una conferenza stampa a Berlino. “Immaginate un bambino che ha visto sua madre, che ha visto suo padre ucciso: questo crea estremismo”, ha aggiunto. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj), citato dal Guardian, ha fornito un aggiornamento sui giornalisti e operatori dei media uccisi dalla guerra fra Israele e Hamas. Secondo l’organizzazione il conflitto ha portato al mese più sanguinoso per i giornalisti da quando ha iniziato a raccogliere dati nel 1992. Al 20 novembre sono stati confermati morti 48 giornalisti e operatori dei media, di cui 43 palestinesi, 4 israeliani e 1 libanese. Secondo il Cpj i giornalisti rimasti feriti sono 9, tre sono dati per dispersi, mentre 13 sarebbero stati arrestati. Tra le vittime c’è anche Bilal Jadallah, direttore di Press House-Palestine, un’organizzazione no-profit che sostiene lo sviluppo dei media palestinesi indipendenti. Il reporter è stato ucciso nella sua auto ieri a Gaza in un attacco aereo israeliano, secondo il sindacato dei giornalisti palestinesi, Al Qahera News e Youm7 con sede al Cairo. Rispondendo ad una domanda sul perché non denuncia come crimini di guerra gli attacchi di Israele alle scuole Unrwa, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha spiegato di non avere il mandato per classificare tali atti, ma è chiaro che migliaia di bambini sono stati uccisi in poche settimane e “stiamo assistendo a un’uccisione di civili che non ha eguali ed è senza precedenti in qualsiasi conflitto da quando sono Segretario Generale”. “Credo sia importante avere un’Autorità Palestinese rafforzata che si assuma le responsabilità a Gaza. Capisco che l’Autorità Palestinese non può venire con i carri armati israeliani nella Striscia, il che significa che la comunità internazionale deve considerare un periodo di transizione. Non credo che un protettorato delle Nazioni Unite sia una soluzione, ma serve un approccio multi-stakeholder in cui paesi diversi, entità diverse, coopereranno”, ha detto Guterres rispondendo ad una domanda dell’ANSA sul day after a Gaza. Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato ieri sera che intende utilizzare “un altro aereo dell’aeronautica militare per trasportare oltre 10 tonnellate di forniture mediche” a Gaza. In un post sul suo account X, Macron ha ricordato che voli con a bordo più di 100 tonnellate di aiuti umanitari sono già stati consegnati all’Egitto, che confina con la Striscia. Il nuovo volo “comprenderà due unità mediche mobili per curare ciascuna circa 500 persone gravemente ferite”, ha scritto il presidente francese sul social network. Macron ha aggiunto che una “portaelicotteri anfibia” arriverà in Egitto “nei prossimi giorni” e disporrà di “40 posti letto” per curare “feriti gravi” e “facilitare se necessario il trasferimento dei civili feriti negli ospedali vicini”. L’esercito ha annunciato la morte di altri 2 soldati i combattimento nel nord della Striscia. Con questi ultimi due uccisi il totale delle morti dall’inizio delle operazione di terra è di 65. Media palestinesi affermano che almeno otto persone sono state uccise all’ospedale Indonesiano, nel nord della Striscia di Gaza, con le forze israeliane che avrebbero bombardato e circondato la struttura medica. Tra le vittime ci sarebbero pazienti e persone in cerca di riparo. I notiziari locali affermano che è andata via la corrente nel nosocomio e che le forze israeliane sparano a chiunque cerchi di lasciare la struttura. Almeno “12 pazienti e i loro parenti” sono stati uccisi e “decine (sono rimasti) feriti” in attacchi israeliani contro l’ospedale Indonesiano a nord di Gaza City: lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero della Sanità di Hamasm, Ashraf al-Qidreh. “L’esercito israeliano sta assediando l’ospedale Indonesiano e temiamo che lì accada la stessa cosa che ad al Shifa”, un altro ospedale recentemente evacuato, ha aggiunto Qidreh. Aerei israeliani – in base ad informazioni di intelligence – hanno ucciso 3 comandanti di compagnia di Hamas nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Un palestinese di el-Arub (presso Hebron, Cisgiordania) è stato colpito a morte quando la polizia israeliana ha aperto il fuoco contro un’automobile ritenuta “sospetta” che è fuggita. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Maan. A Hebron la tensione resta molto elevata dopo che nell’ultima settimana Hamas ha condotto due attentati contro posti di blocco della polizia. La radio pubblica israeliana Kan riferisce intanto che nel nord della Cisgiordania alcune automobili israeliane sono cadute la scorsa notte in un’imboscata tesa loro da miliziani palestinesi armati. Due di esse sono state colpite ma i passeggeri sono rimasti illesi.

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