La situazione nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra è “apocalittica’: i civili sono costretti a fare “una scelta impossibile dopo l’altra” in un territorio dove “nessuno luogo è sicuro” e “nessuno è al sicuro”. Lo scrive su X il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths. “Ogni volta che pensiamo che le cose non possano diventare più apocalittiche a Gaza, lo diventano. Alle persone viene ordinato di spostarsi di nuovo, con poco con cui sopravvivere, costrette a fare una scelta impossibile dopo l’altra”, si legge nel messaggio. “Nessun luogo sicuro è sicuro a Gaza. Né gli ospedali, né i rifugi, né i campi profughi – prosegue l’alto funzionario delle Nazioni Unite -. Nessuno è al sicuro. Né i bambini, né gli operatori sanitari, né gli (operatori) umanitari”. “Tale palese disprezzo per l’umanità fondamentale deve finire – conclude Griffiths -. I combattimenti devono cessare”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha nuovamente chiesto che l’amministrazione israeliana sia processata per “crimini di guerra” e ha sottolineato l’importanza di un “sostegno a livello internazionale a tale fine come anche di azioni legali”. Il leader turco ha parlato durante un incontro con l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, a Doha, dove si trova in visita ufficiale con una delegazione del governo di Ankara. Durante il colloquio, Erdogan ha affermato che la Turchia “continua a facilitare l’adeguato invio di aiuti umanitari a Gaza”, riporta la presidenza della Repubblica turca. L’esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento a Gaza di altri tre soldati. Il totale dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia è ora salito a 78. Il portavoce militare ha riferito anche che 4 soldati sono stati feriti gravemente ieri nel nord di Gaza. Il rapporto di due civili palestinesi morti nella Striscia di Gaza per ogni militante di Hamas ucciso è “tremendamente positivo” date le sfide del combattimento urbano, ha detto alla Cnn il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) tenente colonnello Jonathan Conricus. “Posso confermare il rapporto” diffuso dall’agenzia di stampa francese Afp “e se lo si confronta con qualsiasi altro rapporto di un conflitto in territorio urbano tra un’organizzazione militare e una terroristica che utilizza i civili come scudi umani scoprirete che questo è un rapporto straordinario, straordinariamente positivo e forse unico al mondo”. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto sabato che l’esercito ha ucciso “migliaia di terroristi”. L’Afp ha riferito che un funzionario militare israeliano quando gli è stato chiesto di confermare le notizie secondo cui circa 5.000 militanti di Hamas sono stati uccisi ha risposto: “I numeri sono più o meno giusti”. Il Ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas afferma che 15.899 palestinesi sono stati uccisi a seguito degli attacchi israeliani dal 7 ottobre. Circa due civili sono rimasti uccisi per ogni combattente di Hamas ucciso nella Striscia di Gaza, hanno detto ieri sera alti funzionari militari israeliani parlando in condizione di anonimato. “Non sto dicendo che non sia male che abbiamo un rapporto di due a uno”, ha detto uno dei funzionari in conferenza stampa aggiungendo che l’uso degli scudi umani fa parte della “strategia di base” del movimento islamista palestinese. “C’è da sperare che questo rapporto sarà molto più basso nella prossima fase della guerra”, ha aggiunto. Interrogato sulle notizie secondo cui 5.000 combattenti di Hamas sarebbero stati uccisi, uno degli alti funzionari ha detto: “Le cifre sono più o meno accurate”. L’esercito israeliano sta implementando software di mappatura ad alta tecnologia per cercare di ridurre il numero di morti tra i non combattenti, hanno detto i funzionari. Il sistema integra segnali di telefoni cellulari, sorveglianza aerea e intelligenza artificiale per mantenere una mappa costantemente aggiornata che mostra le concentrazioni di popolazione su tutto il territorio. “Nel sud, poiché abbiamo quasi raddoppiato la popolazione, le operazioni sono molto più precise”, ha detto uno dei funzionari. “Ci stiamo prendendo molto più tempo per assicurarci che i nostri sforzi per allertare i civili siano efficaci”. Israele sta valutando la possibilità di allagare i tunnel sotterranei di Hamas nella Striscia di Gaza e ha assemblato a tale scopo “un sistema di grandi pompe”, secondo un rapporto del Wall Street Journal che cita funzionari americani. Il quotidiano Usa afferma che la tattica israeliana “potrebbe distruggere i tunnel e scacciare i combattenti dai loro rifugi sotterranei, ma anche minacciare l’approvvigionamento idrico di Gaza”. Secondo il rapporto, le Forze di difesa israeliane (Idf) “hanno finito di assemblare grandi pompe per l’acqua di mare a circa un miglio a nord del campo profughi di Al-Shati intorno alla metà del mese scorso. Ognuna delle almeno cinque pompe può attingere acqua dal Mar Mediterraneo e spostare migliaia di metri cubi d’acqua all’ora nei tunnel, allagandoli in poche settimane”. Il Wall Street Journal afferma inoltre che Israele ha presentato il piano agli Stati Uniti il mese scorso, avviando una discussione sulla sua fattibilità e sul suo impatto ambientale. Secondo il rapporto, i funzionari statunitensi ritengono che Israele non abbia preso la decisione definitiva di andare avanti né avrebbe escluso il progetto. Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno lanciato nelle prime ore di oggi attacchi aerei sulla città di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Lo riporta il Jerusalem Post. Secondo il quotidiano israeliano l’esercito ha inoltre completato “un’altra fase della manovra di terra verso Khan Yunis, con particolare attenzione alla strada principale che porta dai campi verso il centro della città”.