Inchiesta cooperative sociali a Salerno, si chiude con l’archiviazione su richiesta della Procura il fascicolo che era stato aperto con l’ipotesi di corruzione nei confronti del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca difeso dall’avvocato Andrea Castaldo. “Non vi sono elementi che consentano di ritenere provato il suo concorso” nelle vicende al centro delle indagini, scrivono gli inquirenti. Le sue condotte sono state ritenute “non necessarie o addirittura ininfluenti”, e il suo coinvolgimento appare limitato ad “un mero esercizio di prerogative connesse al suo ruolo politico”, pur se “attuato – secondo i pm – con modalità non trasparenti ed evidentemente connesse a rapporti e cointeressenze dai potenziali sviluppi delittuosi da parte di altri soggetti”. Dagli accertamenti, argomentano i magistrati, sono emersi “numerosi contatti” fra il governatore e il ras delle Coop, Fiorenzo Zoccola, (attualmente a giudizio con rito abbreviato nel processo che lo vede imputato con il consigliere regionale Giovanni Savastano) anche in prossimità delle elezioni Regionali, quando le cooperative erano “ in fibrillazione” perché in attesa del nuovo bando comunale. Tra Zoccola e De Luca, sottolineano i pm, esisteva un rapporto “talmente consolidato, non di mera conoscenza, che legittimava il referente delle cooperative sociali a interloquire direttamente e surrettiziamente con il presidente della Regione”. Ciò nonostante, è il ragionamento della Procura, pur emergendo elementi che “testimoniano un coinvolgimento di De Luca nelle vicende oggetto di indagine”, con riferimento “agli affidamenti alle cooperative” e al presunto “patto corruttivo tra Zoccola e Savastano”, gli approfondimenti investigativi “non hanno consentito di acquisire ulteriori elementi che provassero un diretto intervento” del governatore nelle procedure amministrative al centro dell’inchiesta. E dunque il ruolo assunto nella vicenda da De Luca viene ritenuto privo di rilevanza penale. La richiesta di archiviazione è stata firmata anche dal procuratore Giuseppe Borrelli e il decreto è stato disposto dalla giudice Gerardina Romaniello.

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