Una rete abbandonata di centro metri di lunghezza lineari è stata recuperata stamattina nel mare di Ischia, lungo la parete rocciosa di punta San Pancrazio, in località Chiana delle Cernie. La rete fantasma continuava ad esercitare un impatto negativo sull’ecosistema, secondo il fenomeno del cosiddetto «ghost fishing»: tra le sue maglie sono stati trovati e liberati granchi e stelle marine ancora vivi, oltre a un consistente quantitativo di pesci sotto taglia morti. Coordinata dal personale dell’area marina protetta «Regno di Nettuno», con la collaborazione dell’assessore all’Ambiente del Comune di Ischia, Carolina Monti, l’operazione è stata messa a punto insieme allo staff dell’Ans Diving e alcuni pescatori particolarmente sensibili al problema, che hanno messo a disposizione il loro peschereccio per consentire il recupero della rete da cianciola, il cui utilizzo è peraltro vietato nel punto interessato, che ricade nella zona B dell’area marina protetta. «Alla pluralità dei pescatori che operano all’interno della nostra area marina protetta – spiega il direttore del ‘Regno di Nettunò Antonino Miccio – chiediamo un’attenzione maggiore per gli ecosistemi marini. L’abbandono di attrezzi da pesca nei nostri mari è una criticità rilevante: si stima che in tutto il mondo siano 640 mila le tonnellate di reti fantasma che vengono perse o abbandonate ogni anno in mare, il 10% di tutti i rifiuti marini. Quelle reti continuano a intrappolare, inutilmente, pesci, molluschi e crostacei».