Nella notte il suo avvocato, Fabrizio Consoloni, di Lecco, gli ha comunicato che dopo oltre due anni trascorsi da detenuto, poteva finalmente tornare in liberta’ perche’ la Cassazione ha cancellato la condanna a 5 anni e 4 mesi, pena cosi’ rideterminata in Appello.
L’ispettore della Polizia di Stato, Mauro Tavelli, 48 anni, di Chiuro (Sondrio), all’epoca dei fatti in forza alla questura di Milano, in primo grado venne condannato con rito abbreviato (quindi con lo sconto di un terzo) a 7 anni e 2 mesi (il pm chiese 12 anni). Quando nel 2010 fu mandato in servizio, per qualche tempo, al Cie (Centro identificazione ed espulsione) di via Corelli, nel capoluogo regionale della Lombardia, fini’ in carcere con pesanti imputazioni, tra le quali, violenza sessuale, concussione sessuale, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. ”Oggi Tavelli, dopo un anno e 3 mesi in prigione – spiega l’avvocato Consolone affiancato dalla collega Francesca Longhi – e’ ancora agli arresti domiciliari a scontare una condanna che e’ stata annullata dalla Suprema Corte. Le prove raccolte non sono valide. Ad accusarlo furono alcuni trans clandestini, destinati all’espulsione, che avevano tutto l’interesse ad accusare il poliziotto per poter restare in Italia come testimoni di giustizia. I processo andra’ rifatto”. ”Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza – aggiunge il legale Nicoletta Manca dello studio Consoloni – per valutare la possibilita’ di chiedere allo Stato un risarcimento per ingiusta detenzione del nostro assistito, recluso da oltre due anni”.