I soldi della tangente “erano destinati alla segreteria di Alemanno”. E’ quanto ha detto al gip di Roma Stefano d’Aprile Edoardo D’Incà Levis, imprenditore italiano residente a Praga, arrestato circa un mese fa.

Per l’accusa fu lui il mediatore per la tangente da 600 mila euro per una commessa di 45 bus per il Comune di Roma. L’imprenditore nel corso dell’interrogatorio, avvenuto l’8 gennaio, spiega al Gip che Roberto Ceraudo, ad della Breda Menarinibus arrestato martedì scorso, “fece riferimento alla ‘segreteria di Alemanno’ come destinataria delle risorse finanziarie”. Nell’inchiesta sulla presunta maxitangente per la fornitura di bus destinati al Corridoio Laurentina a Roma risulta indagato anche l’ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, da ieri dimissionario.

“Escludo nella maniera più categorica che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno a proposito delle presunte tangenti legate all’acquisto di 45 bus per il Comune di Roma. “Non ho idea di chi sia il signor D’Inca Levis e né il sottoscritto né la mia segreteria si sono mai occupati di interferire nelle assegnazioni di appalti di qualsiasi genere, compreso ovviamente quello riguardante l’inchiesta in questione” ha aggiunto Alemanno.

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