Pronto soccorso sempre più presi d’assalto a causa del caldo eccezionale di questi giorni anche se, affermano gli esperti di Medicina di urgenza, la situazione è sotto controllo. Nelle prime due settimane di luglio, le temperature hanno infatti raggiunto livelli eccezionali, con una significativa ricaduta, anche se “quantitativamente limitata”, sulla salute degli italiani, che si sono rivolti ai pronto soccorso degli ospedali.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si registra infatti un aumento medio degli accessi in pronto soccorso pari a circa il 10%. I dati arrivano dalla Società italiana di Medicina di emergenza urgenza (Simeu), che registra l’aumento di accessi maggiore nelle grandi città. Forti sono però le variazioni regionali: più contenuto l’afflusso ai pronto soccorso in Piemonte e in Veneto, mentre picchi fino al 20% si sono avuti in alcune aree dell’Emilia Romagna e del Lazio. Oltre all’incremento delle patologie imputabili al caldo, come disidratazione, colpo di calore e sincope, è stato riscontrato un aumento di scompensi di patologie preesistenti (cardiopolmonari, renali e metaboliche). In alcune regioni, come il Piemonte, si è rilevato inoltre un aumento di mortalità che riguarda, come sempre in queste situazioni, i pazienti più fragili: anziani, con varie patologie, malati cronici allettati e fasce deboli per povertà e isolamento sociale. “Oltre a rendere capillare l’informazione sulle regole più importanti da osservare in occasione dei picchi estivi di caldo ­ sottolinea il presidente nazionale Simeu, Gian Alfonso Cibinel ­ è necessario attivare iniziative di supporto sociale e sanitario, sia da parte delle istituzioni che dei servizi sanitari, come avviene in molte regioni. Ma anche i cittadini devono fare la loro parte, partendo dalla semplice segnalazione delle persone in difficoltà”. Secondo il presidente Simeu è però anche fondamentale che le strutture sanitarie “rispondano garantendo condizioni ambientali adeguate, a partire da sistemi di condizionamento d’aria efficaci, in tutte le sedi di cura ed anche nei pronto soccorso”. Altro problema resta poi quello dei posti letto: “Come in tutte le stagioni ­ afferma Cibinel ­ è necessario assicurare un numero adeguato di posti letto ospedalieri per i pazienti che devono essere ricoverati dai pronto soccorso. Anche in questo periodo, come nella stagione invernale ­ avverte l’esperto ­ si sono verificate situazioni di affollamento nei pronto soccorso, in parte correlate pure alla riduzione dei posti letto per chiusura estiva parziale dei reparti”. E’ dunque “indispensabile che ogni ospedale ­ conclude ­ si doti di piani efficaci per la gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso, estivo o invernale, come richiesto dalla Simeu in una recente lettera al ministro della Salute”.

 

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