In un’intercettazione di un colloquio in carcere con la nipote, che i pm della Procura hanno nuovamente presentato stamane, con alcune modifiche, durante l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Taranto, Michele Misseri avrebbe detto che il 26 agosto del 2010, giorno dell’omicidio di Sarah Scazzi, lui si sarebbe occupato unicamente della soppressione del cadavere e non sarebbe stato il responsabile dell’omicidio.
Inoltre avrebbe riferito che in occasione della prima confessione si sarebbe autoaccusato per coprire la figlia Sabrina. Il colloquio intercettato risale all’8 novembre del 2010. La nipote con cui parlava e’ la stessa che ha sempre difeso lo zio dall’accusa di omicidio. Inoltre Misseri avrebbe detto in dialetto che quel pomeriggio sarebbe stato meglio chiamare i carabinieri e il 118 e che loro non lo avrebbero fatto per fare i furbi ma che i furbi finiscono sempre male. Stamane e’ intervenuta con dichiarazioni spontanee anche la moglie, Cosima Serrano, che ha ribadito di non avere fatto pressioni su Michele durante il colloquio in carcere e ha confermato un paio di aggressioni che l’uomo avrebbe perpretato nei suoi confronti nei mesi precedenti all’omicidio tentando di colpirla con un’uscia e con una pietra.