Il mercato del falso, nel 2011, non ha conosciuto crisi o flessioni: lo scorso anno, infatti, la Guardia di Finanza ha intercettato oltre 105 milioni di ”tarocchi”, tra prodotti contraffatti e pericolosi, supporti pirata e falsi made in Italy. Stando alle stime del Ministero dello Sviluppo Economico, in oltre 13mila operazioni anticontraffazione portate a termine nel 2011 (40 al giorno, sabati, domeniche e festivi inclusi), la Guardia di Finanza ha sottratto al giro d’affari dell’economia criminale un controvalore di falsi quantificabile, in media, in oltre 2 milioni di euro per ciascuna operazione.

”E’ preoccupante -rilevano le fiamme- che oltre la meta’ (ben 60 milioni) delle merci intercettate sono ”beni di consumo”, ossia articoli per la casa e per la scuola, cosmetici, farmaci, pezzi di ricambio: prodotti, insomma, di uso comune, anzi comunissimo da parte di qualsiasi consumatore. Non piu’ solo capi firmati e articoli di pregio, ma anche detersivi, saponi, penne, accendini, profumi, cerchioni e centraline elettroniche, fino ad arrivare alle figurine per gli album dei calciatori”. ”Giusto un paio di settimane fa -sottolinea la Guardia di Finanza- i ”Baschi verdi” di Napoli hanno sequestrato, presso un operatore dell’hinterland partenopeo, quasi 80.000 pezzi di ricambio per aspirapolvere contraffatti, tra cavi di alimentazione, sacchetti, filtri, motori e parti di elettrodomestico. Tutti prodotti destinati a finire nelle case dei consumatori italiani, totalmente ignari non solo della loro scarsa qualita’, ma nemmeno consapevoli della intrinseca pericolosita’ di questi pezzi non conformi agli standard comunitari di sicurezza. La sicurezza e’ proprio uno degli aspetti del fenomeno illecito che preoccupa maggiormente”. Unico obiettivo dei trafficanti di falsi e’ ”massimizzare il profitto illecito; poco, anzi, nulla importa della qualita’, della salubrita’ e dell’incolumita’ di chi utilizzera’ i loro prodotti e di ricerca, sviluppo e tecnologia applicata, nemmeno a parlarne. Giocattoli che si frantumano in pezzi molto piccoli, ed il gioco puo’ diventare pericolo e tragedia, caffettiere che esplodono al contatto con la fiamma, saponi e detergenti irritanti per la pelle, cuscinetti per auto a rischio rottura, rubinetti che rilasciano sostanze metalliche ed articoli di pelletteria contaminati dal cromo esavalente, come le falde acquifere del film ”Erin Brocovich” magistralmente interpretato da Julia Roberts”. ”Il coinvolgimento della criminalita’ organizzata, anche di stampo mafioso, nella gestione di questi traffici illeciti e’ sempre piu’ intenso: gli appartenenti alle bande delinquenziali di contraffattori finiti in manette sono aumentati di oltre il 20% nel 2011, mentre i patrimoni criminali sequestrati ai trafficanti dall’entrata in vigore del ”pacchetto anticontraffazione” dell’estate 2009 ad oggi ammontano gia’ a oltre 250 milioni di euro tra beni immobili, autovetture, conti correnti e altre disponibilita”’. Nel corso dell’operazione ‘Attaccabottone’ ”le investigazioni dei Reparti alla sede di Napoli hanno condotto a scoprire ben 4 sodalizi criminali, con base nel napoletano e ramificazioni in cinque Regioni italiane, dedite alla fabbricazione, allo stoccaggio e alla distribuzione di capi d’abbigliamento contraffatti: 47 persone sono finite agli arresti, con il sequestro di 12 milioni di ”tarocchi” e 30 unita’ immobiliari adibite a fabbriche clandestine, depositi e ”laboratori del falso””. Il business del falso ”e’ lucrosissimo, ma solo per i trafficanti. Enormi squilibri -evidenziano le fiamme gialle- che il fenomeno porta con se’ e che danneggiano il mercato, l’economia nel suo complesso e la collettivita’: evasione fiscale e contributiva, riciclaggio, sfruttamento dell’immigrazione clandestina e del ”lavoro nero” che, in alcuni casi, e’ a limite della schiavitu’. Le fabbriche clandestine di ”tarocchi” sono vere e proprie ”isole di illegalita”’: locali sporchi ed inadeguati, lavoratori stipati all’interno di spazi angusti, capannoni-dormitorio ai piani superiori, interi nuclei familiari segregati per sfuggire alle retate ”anti-clandestini”, frequenti episodi di violenza”. I trafficanti hanno diversificato sensibilmente le rotte e le modalita’ di introduzione della merce sul territorio nazionale. ”Oltre all’utilizzo dei grandi scali portuali del nord europa e della Grecia, sono stati riscontrati anche altri due ”trucchi”. Il primo e’ quello di frazionare i carichi illeciti, in modo da minimizzare le ”perdite” nel caso in cui la partita venga intercettata: non di rado, infatti, capita di fermare corrieri che trasportano poche centinaia di pezzi all’interno dell’auto, o qualche migliaia a bordo di furgoncini e veicoli commerciali. L’altro, ancora piu’ insidioso, e’ quello di spedire separatamente la merce: il prodotto di base (e’ accaduto, ad esempio, con le motoseghe e gli utensili elettrici per il ”fai-da-te”) ”passa” in Dogana senza marchi o segni distintivi che possano destare sospetti, mentre le etichette contraffatte, gli imballaggi ed il libretto di istruzioni vengono parallelamente spediti per via postale”.

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