49 misure cautelari sono state emesse nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Alitalia-Cai a Fiumicino, coinvolti nell’inchiesta sui furti nei bagagli dei passeggeri. Di questi, 19 addetti alle operazioni di handling sono agli arresti domiciliari, mentre ad altri 30 operai è stato notificato l’obbligo di firma.

La compagnia, a quanto si é appreso, ha collaborato con gli inquirenti. Le misure cautelari – viene spiegato – sono state predisposte al fine di evitare la reiterazione dei reati contestati, ovvero i delitti di tentato furto e furto consumato aggravati, nonché di danneggiamento, commessi in danno degli ignari clienti della compagnia di bandiera”. Gli autori dei furti rischiano pene fino a 6 anni di reclusione, oltre che la perdita del posto di lavoro. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme e diretta dal direttore della V zona di Polizia di Frontiera, Antonio Del Greco, ha visto impegnati numerosi agenti di polizia, che hanno dato esecuzione ai provvedimenti restrittivi disposti dall’Autorità Giudiziaria. L’attività di indagine, effettuata in stretta sinergia con gli investigatori della Polizia di Frontiera di Lamezia Terme, oltre che agli arresti eseguiti nella Capitale, ha permesso di assicurare alla giustizia altri 37 dipendenti infedeli di altre società di handling di cui si avvale Alitalia in altri scali per analoghi reati commessi in diversi aeroporti nazionali. Per il buon esito dell’attività investigativa – viene sottolineato dalla Polizia di Frontiera – “determinante è stato il ruolo della Direzione Sicurezza di Alitalia Cai, che ha collaborato fattivamente con gli inquirenti mettendosi costantemente a disposizione della Polizia Giudiziaria nelle fasi più delicate dell’indagine”.

 

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