Una bambina di 5 mesi ricoverata all’ospedale Bambino Gesù sarebbe il primo caso di contagio di tubercolosi legato alla malattia dell’infermiera del nido del Policlinico Gemelli. L’infezione, giudicata a torto una malattia del passato, torna a far paura
ora che la sorte la ha fatta entrare proprio in un posto così delicato come il nido di un ospedale. La piccola, che è in buone condizioni e che è sta costantemente migliorando, è stata ricoverata a metà luglio dopo alcuni controlli perché non cresceva come previsto. Gli esami hanno portato alla scoperta della malattia e al ricovero. Poiché i genitori erano invece negativi ai test sono state fatte altre indagini. Ogni caso di tbc deve essere segnalato alla Asl di riferimento e quando a luglio è stata scoperta l’infezione dell’infermiera anche questa segnalazione è giusta alla rete di controllo della Asl. La coincidenza fra i due casi viene ora giudicata plausibile per ipotizzare che la bambina sia stata contagiata nei giorni dopo la nascita in ospedale. Ma questa circostanza non è ancora considerata la prova definitiva che la malattia sia arrivata nell’organismo della neonata proprio in questo modo, ha spiegato la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. “Non bisogna creare allarmismi. Le procedure sono quelle dei codici internazionali, la situazione è sotto controllo. La Tbc è una malattia che oggi si cura con assoluta normalità qualora venisse riscontrata”: ha detto al termine dell’Unità di crisi sulla Tbc, convocata nel palazzo della Giunta. “In questo momento nessuno può affermare con certezza che ci sia una relazione” fra i due casi “anzi, piuttosto, alcuni elementi potrebbero far pensare che non ci sia una relazione”, ha affermato Filippo Berloco, della direzione sanitaria del Gemelli. “Proprio perché parliamo di un caso ‘vecchio’, cioé di una bambina nata il 22 marzo, pensiamo che potrebbe essere troppo presto perché in quel momento l’infermiera fosse contagiosa”. Il primario di Malattie infettive dell’ ospedale Bambino Gesù di Roma, Alberto Villani, consiglia alle famiglie “di stare tranquille, il vero rischio – osserva – è il panico generato inutilmente. La situazione è ben gestita”. Nei prossimi giorni e per circa tre mesi continueranno i controlli (25 al giorno) degli oltre mille neonati nati da marzo a luglio nel Policlinico dove i genitori si presentano con sentimenti contrastanti. Esprimono preoccupazione per i propri piccoli e riconoscenza per la decisione della struttura di avviare i controlli ma anche sdegno per la mancanza di test specifici contro la Tbc. La diagnosi della Tubercolosi non rientra nell’ambito dei controlli periodici che il personale degli ospedali, come il Gemelli, effettua, ha infatti spiegato Filippo Berloco, della direzione sanitaria dell’ospedale, sottolineando che il personale è sottoposto a tutti i controlli previsti dalla normativa. “Ci sono dei controlli che vengono effettuati dai medici competenti – ha spiegato – e in questi di norma non sono inclusi accertamenti specifici per la eventuale diagnosi per l’infezione da Tubercolosi”.