L’ennesimo sbarco di immigrati a Lampedusa, questa volta, si e’ traformato in una tragedia di vaste proporzioni. Venticinque profughi, tutti uomini e non ancora trentenni, sono morti asfissiati come topi nella stiva del barcone in legno partito piu’ di due giorni fa dalle coste libiche. Una macabra scoperta fatta all’alba di oggi dagli uomini della Guardia costiera che, dopo avere terminato il trasbordo dei profughi su due motovedette a poche miglia dall’isola, stavano eseguendo il controllo di routine per verificare che non ci fossero altri migranti sul barcone arrugginito. Mai avrebbero immaginato di vedere la morte in faccia. I 25 cadaveri giacevano li’, uno riverso usll’altro, nella stiva dell’imbarcazione. Molti gia’ con il corpo in decomposizione, date le 48 ore trascorse a temperature elevatissime e con i gas di scarcio del motore del barcone.
”Uno spettacolo agghiacciante -si lascia scappare uno degli uomini della Guardia costiera intervenuto- mai visto nulla di simile”. A questo punto, dopo avere portato via i 271 profughi sbarcati, tra cui 36 donne e 21 bambini, e’ iniziato il triste trasbordo dei cadaveri sul molo Favaloro di Lampedusa. Venticinque corpi maciullati, alcuni irriconoscibili, sventrati dal caldo, sono stati allineati sulla banchina del molo. Prima in teli di plastica, e dopo sistemati in 25 bare messe a disposizione del Comune. In un primo momento si pensava che le bare non bastassero, poi pero’ gli addetti ai servizi cimiteriali sono riusciti a trovarne 25, tante quanti i cadaveri. Le bare sono ancora allineate sul molo Favaloro, con due Carabinieri che non si allontanano per un attimo e che impediscono l’accesso a chiunque voglia avvicinarsi. Il tutto a pochi metri di distanza dal molo da cui partono tutte le mattine le imbarcazioni da crociera cariche di turisti che fanno il giro dell’isola. Yuppidu, Adriana, Maria Grazia, le barche sono tutte pronte e a partire.
I turisti non sanno ancora nulla della tragedia che si e’ consumata a pochi passi da loro. Qualcuno riceve una telefonata da un parente in ‘Continente’, e dice a gran voce: ”Ma qui non vedo morti…”. Proprio negli ultimi giorni Lampedusa si stava riprendendo dalla batosta turistica ricevuta dopo l’emergenza sbarchi della scorsa primavera. Solo adesso gli operatori turistici e la gente del posto stava tirando un sospiro di sollievo. ”Ma adesso tutto torna come prima -spiegano alcuni operatori turistici- appena la gente sente parlare di immigrati morti scappa via. Hanno paura”. Intanto, le motovedette della Guardia costiera intervenute nell notte sono rientrate al porto. L’operazione di soccorso e’ scattata dopo una telefonata fatta con un cellulare da uno dei passeggeri del barcone, che ha chiesto aiuto. Ma nessuno aveva mai parlato della presenza dei cadaveri. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro ignoti per la morte dei 25 profughi trovati morti. ”Al momento abbiamo un’indagine per morte come conseguenza di altro delitto – ha spiegato il procuratore Renato Di Natale all’ADNKRONOS – E’ terminata poco fa l’ispezione cadaverica e da un primo esame e’ risultato siano morti per asfissia ma l’indagine tentera’ di accertare quanto accaduto”. Ancora stravolto il medico del poliambulatorio dell’isola Pietro Bartolo, che ha appena terminato l’ispezione cadaverica sui 25 corpi. Sono tutti uomini provenienti da paesi subsahariani e giovani.
”Erano morti da almeno 48 ore -spiega il medico- Il caldo e il posto in cui erano stipati, la stiva, hanno accelerato la decomposizione dei corpi”. I profughi sarebbero morti per asfissia. Intanto, sono in corso gli interrogatori degli oltre 270 profughi sbarcati la notte scorsa. A sentire i superstiti sono gli uomini della squadra mobile di Agrigento che lavorano presso il centro di accoglienza di Lampedusa. Poi invieranno gli atti al pm di turno della Procura di Agrigento, Giacmo Forte che cooordina l’indagine. Da una prima ricostruzione, sembra che i profughi siano morti dopo poche ore dall’inizio della traversata perche’ stipati nella stiva, con pochissimo ossigeno a disposizione. I gas di scarico del motore della barca hanno ulteriormente ‘avvelenato’ lo spazio disponibile dei profughi. Le vittime sarebbero state tra i primi a salire sull’imbarcazione lunga 15 metri prendendo posto nella parte inferiore della barca.
Ma gia’ dopo poche ore di viaggio i gas provocati dal motore avrebbero causato la morte dei primi profughi per asfissia. La notizia dei 25 cadaveri e’ gia’ arrivata nelle aule della politica. ”Il ministro Maroni riferisca urgentemente in Aula al Senato sulla tragedia del mare di questa notte dove, nel corso di un’operazione di soccorso ad un barcone in avaria e con 271 persone a bordo, sono stati trovati 25 cadaveri, morti probabilmente per asfissia a causa dell’elevato numero di persone a bordo”, dice Pietro Marcenaro, presidente della commissione diritti umani di Palazzo Madama. “Il ministro- prosegue Marcenaro- sara’ in Senato per seguire di dibattito sul decreto cosi’ detto rimpatri. Trovi l’occasione per riferire su questa tragedia e sulle reali condizioni di accoglienza in Italia di rifugiati e profughi”.