Luigi Lusi organizza la sua nuova difesa davanti alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato e passa al contrattacco querelando Matteo Renzi e il leader dell’Api Francesco Rutelli per le “ingiurie” rivoltegli attraverso i mass media. “Fantastico, così faremo chiarezza”, lo sfida il sindaco di Firenze che già altre volte, documenti alla mano, aveva rifiutato ogni suo coinvolgimento nelle vicende legate all’ex tesoriere della Margherita accusato dalla magistratura di associazione per delinquere e concorso in appropriazione indebita dei rimborsi elettorali destinati al partito.

Il nuovo appuntamento davanti al ‘tribunale’ dei senatori, fissato per le 16,30 di questo pomeriggio, è però durato solo 40 minuti causa lavori d’Aula con votazioni sulla riforma del lavoro. Il pomeriggio è dunque servito solo al parlamentare inquisito per ascoltare alcune delle domande proposte dai commissari senza avere ancora l’opportunità di rispondere. Lo farà stasera, in seduta notturna, ma la decisione se autorizzare o meno l’arresto non ci sarà – come ha spiegato il presidente della giunta Marco Follini (Pd) – prima della prossima settimana. In attesa delle dichiarazioni di Lusi, un piccolo “giallo” sta nascendo sulla decisione (assunta ieri) di inviare i documenti della seduta alla Procura di Roma che ne ha fatto richiesta. Della seduta del 16 maggio – quella in cui Lusi ha iniziato a fare nomi e cifre – non c’é infatti resoconto stenografico né registrazione, ma solo un resoconto sommario che lo stesso Lusi, come egli stesso ha riferito ai giornalisti nella buvette di palazzo Madama, ha provveduto a correggere. Il regolamento del Senato prevede infatti che i suoi componenti possano rileggere il testo dei loro interventi, anche se solo per modifiche migliorative e comunque non per stravolgere il senso di quanto affermato in aula o in commissione. Per la seduta di oggi è stata predisposta la registrazione per consentire la redazione di un resoconto stenografico, vale a dire letterale. Il caso Lusi, intanto, alimenta un nuovo ‘filone’ politico. Tutto toscano. Un’interrogazione parlamentare del Pdl (primo firmatario il senatore fiorentino Achille Totaro) chiede infatti che “si verifichi se i finanziamenti del 2009 del tesoriere Lusi ricevuti dalla Web&Press siano stati utilizzati per le campagne elettorali, primarie e candidatura a Sindaco di Matteo Renzi oppure per le iniziative politiche della Margherita”. “Ho chiesto – spiega Totaro – di fare chiarezza sull’utilizzo del finanziamento alla società Dinamiche, società fallita anni prima, e sui motivi per i quali, dopo l’elezione a sindaco, molte campagne pubblicitarie per il comune di Firenze e per gli enti partecipati del Comune stesso siano state affidate alla medesima società, con introiti per centinaia di migliaia di euro”. Interrogazione che scatena l’immediata reazione dello staff di Renzi: “Il senatore Totaro – sottolinea in serata Luca Lotti, capo di gabinetto del sindaco – persevera negli errori, malgrado Renzi abbia già fornito più volte spiegazioni sulle spese della sua campagna elettorale e abbia anche pubblicamente dichiarato, caso unico nel panorama politico italiano, i nomi dei suoi finanziatori”.

 

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