Con l’ammissione delle prove e della lista dei testimoni si e’ aperto il processo nei confronti di Alberto Palladino, 25 anni, esponente del gruppo politico ‘Blocco Studentesco’, dell’area di Casapound Italia, accusato di aver preso parte all’aggressione di cinque esponenti del movimento giovanile del Partito democratico, avvenuta la notte del 3 novembre scorso a Prati Fiscali.

Accusato di lesioni personali aggravate, violenza privata e porto d’arma impropria, Palladino, finito in carcere il 30 novembre e attualmente agli arresti domiciliari a Ronciglione (Viterbo), ha preso brevemente la parola per invitare il giudice a concedergli la liberta’: “Sono stato arrestato a Fiumicino da venti poliziotti e carabinieri mentre rientravo da una missione umanitaria in Birmania e sono stato trattato come un trafficante di armi o di droga. Mi si accusa di aver picchiato, da solo, cinque persone quando non ho un particolare talento fisico da poter fronteggiare tutta questa gente. Non pratico neppure le arti marziali. Mi trovo coinvolto in una vicenda incresciosa che spero il giudice sapra’ affrontare serenamente”. Il tribunale si e’ riservato di decidere sulla revoca dei domiciliari, alla luce, anche, del parere negativo del pm Francesco Minisci, secondo il quale Palladino puo’ continuare a reiterare i reati contestati anche stando agli arresti in casa. L’8 maggio il processo proseguira’ con l’audizione dei cinque aggrediti, costituiti parte civile attraverso gli avvocati Luca Petrucci e Cristina Michetelli.

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