Un’altra grande giornata di lotta in Val Susa dove il Popolo No Tav si è dato appuntamento per protestare contro l’ultima ondata di arresti. I manifestanti, giunti da varie parti d’Italia, hanno messo in atto azioni di disturbo al cantiere di Chiomonte e sull’autostrada Torino-Bardonecchia, che è stata bloccata per alcune ore nel tratto tra Susa e Oulx.

La mobilitazione odierna è servita anche a ricordare il settimo anniversario della ‘battaglia del Seghino’ di Venaus, in cui i contestatori del movimento No Tav ripresero possesso, con la forza, dell’area destinata al primo progetto del tunnel geognostico che era stata transennata dalle forze dell’ordine. Oggi, dopo due polentate a scopo aggregativo a Venaus e al presidio di Chiomonte, recentemente sequestrato ma a cui sono stati rimossi i sigilli, gli attivisti si sono radunati in due gruppi. Quello minore, nei pressi della centrale idroelettrica di Chiomonte, è rimasto scoraggiato da un mezzo ‘alare’ della polizia posizionato sul ponte che conduce all’area transennata. L’altro, composto da alcune centinaia di persone, è partito dal campo sportivo di Giaglione e, aggirando numerose protezioni poste dalle forze dell’ordine, ha raggiunto le reti del cantiere. Nel frattempo una cinquantina di fuoriusciti dal primo gruppo hanno occupato l’autostrada in prossimità di due gallerie, la Serre-la-Voute e la Cels, posizionando e poi incendiando masserizie sulla sede stradale. La polizia è stata costretta a chiudere la Torino-Bardonecchia per effettuare le operazioni di bonifica. Il secondo gruppo si è diviso in due tronconi. La maggioranza è tornata a Giaglione percorrendo i sentieri, mentre gli attivisti più determinati hanno tagliato anche parte della recinzione. Le forze dell’ordine hanno risposto disperdendoli con lacrimogeni e idranti. Dopo la scaramuccia, anche l’ultimo gruppo si è ritirato.

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