L’Ilva, fino al pronunciamento del riesame sul ricorso contro l’ultimo provvedimento giudiziario, non ricorrera’ alla cassa integrazione annunciata nei confronti di 1942 operai dell’area a freddo, che usufruiranno delle ferie o comunque rimarranno a carico dell’azienda.
Lo ha detto ai sindacati il dirigente del Personale Enrico Martino Sono almeno cinque, oltre a quelle indicate nelle ordinanze di custodia cautelare eseguite ieri, le persone indagate nell’inchiesta sull’Ilva di Taranto. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. Tra queste ci sono don Marco Gerardo, il segretario dell’ex arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa, e il sindaco di Taranto Ippazio Stefano. Il sacerdote è accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero in relazione ad una presunta tangente di 10mila euro che l’ex responsabile dei rapporti istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, arrestato ieri, avrebbe consegnato al consulente del Tribunale nonché ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti per addomesticare una perizia sulle fonti di inquinamento.
Archinà aveva riferito agli inquirenti che quella somma, prelevata da cassa aziendale, non era destinata a Liberti ma si trattava di una elargizione alla curia tarantina. Il sindaco di Taranto è indagato per omissioni in atti d’ufficio in relazione alle prescrizioni a tutela dell’ambiente cittadino. La sua iscrizione nel registro degli indagati sarebbe un atto dovuto derivante da una denuncia di un consigliere comunale, Filippo Condemi. Tra i cinque ulteriori indagati nell’inchiesta madre sull’Ilva di Taranto c’é anche un poliziotto della questura di Taranto. L’ipotesi di reato sarebbe rivelazione di segreti d’ufficio.