“Se sono cambiato e parlo meglio, ringrazio le persone del carcere. Nel carcere ero isolato da tutti e avevo diverse persone che mi facevano da professori”. Queste le parole di Michele Misseri a Tgcom24, a due giorni dal processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la giovane uccisa il 26 agosto 2010, che vede imputate la cugina Sabrina e sua madre Cosima.

“Quando vado ad Avetrana e parlo in italiano – ha aggiunto – mi dicono ‘adesso sei diventato italiano?’. Poi forse e’ pure perche’ io scrivo molto, scrivo sempre e tutti i giorni. Prima parlavo solo in dialetto. Scrivo quello che faccio, della tristezza, perche’ sono solo. Scrivo di tutto. E’ come un calendario. Andro’ a Taranto, ho fatto gia’ la richiesta perche’ io non posso uscire da Avetrana. Martedi’ saro’ in aula e spero di rivedere Sabrina e Cosima, anche se non le posso salutare e non posso fare niente. poi non so ancora se mi faro’ riprendere. Io non ho paura – ha sottolineato Michele Misseri – perche’ sto dicendo la verita’ e affrontero’ tutto. La paura ce l’avevo prima, adesso non piu’. Ribadiro’ la mia colpevolezza. La verita’ e’ questa. Sono state dette delle bugie, io le ho dette ma per colpa degli altri, ho messo in mezzo mia figlia che non c’entra niente. Io a Sabrina chiedo perdono e non smettero’ mai di farlo. Le scrivo le lettere ma non ho risposte e mi fa rabbia”.

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