Chiedono di poter accedere a una mensa, fare una doccia, avere dei vestiti puliti. Hanno bisogno di essere ascoltati, indirizzati verso strutture d’accoglienza o verso un nuovo lavoro. Sono persone senza fissa dimora, italiane e straniere, che vivono un profondo disagio sociale e che per far fronte alla quotidianità si rivolgono agli Help center delle stazioni.
Un servizio di solidarietà, che nasce dalla collaborazione di Ferrovie italiane, enti locali e terzo settore e che nel 2014 è stato testimone di un “aumento preoccupante” della povertà nel nostro paese. Rispetto al 2013, gli utenti che hanno chiesto aiuto ai 14 Help center sono aumentati del 26%, arrivando a quota 31.702, pari a circa due terzi dei senza dimora stimati dall’Istat. Di questi, 17.184 sono nuovi utenti, cioè persone costrette a chiedere aiuto ai centri nelle stazioni per la prima volta (+43% in un anno). L’emergenza è soprattutto al Sud e, in generale, per i cittadini stranieri (73% dell’utenza). Anche se un utente su 4 è italiano. Nel 2014 rileva il rapporto dell’Osservatorio nazionale sul Disagio e sulla Solidarietà nelle stazioni, presentato oggi nella sede delle Ferrovie dello Stato italiane sono stati portati a termine 470.822 interventi a favore delle persone in difficoltà (139.978 per orientamento sociale e 330.844 a bassa soglia). Più numerose le azioni sociali svolte nel Mezzogiorno e in particolare nelle stazioni di Catania, Messina e Bari. Il 25,4% degli utenti è italiano. Tra gli stranieri, il 55,3% è extracomunitario, mentre l’etnia più rappresentata è quella rumena (15,9% del totale degli utenti). In generale, il 66% ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni, pochi gli anziani e i minori. Nel 2014 rispetto al 2013, sono aumentate le donne in difficoltà che si sono rivolte agli Help center, passando dal 20,9% al 26,1% del totale degli utenti. L’emarginazione sociale “è un problema che esiste ed è in crescita ha osservato l’ad del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, Michele Mario Elia le Ferrovie possono essere un punto di riferimento per il disagio, la povertà e l’immigrazione. Anche se non sono la soluzione finale, le stazioni rimangono comunque un punto di partenza e arrivo. Nei giorni scorsi sono state in prima fila nell’assistenza ai migranti”. Da quest’anno, dopo l’apertura a Reggio Calabria, gli Help Center sono diventati 15: Roma Termini, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Firenze Santa Maria Novella, Genova Cornigliano, Bologna Centrale, Foggia, Napoli Centrale, Catania, Pescara, Chivasso, Messina, Melfi, Bari e, appunto, Reggio Calabria. A Roma, nel 2014, i nuovi utenti sono aumentati del 58%: 1.722 persone su un totale di 2.927. Una tendenza che si conferma anche nel 2015. Dal primo gennaio a oggi hanno chiesto aiuto 2.700 persone disagiate (650 italiani), di cui 1.600 nuovi utenti. Nel 2014 conclude il Rapporto i centri sono stati aperti complessivamente una media di 104 ore al giorno e i giorni di effettiva apertura sono stati 3.570. Le ore di lavoro sono state in tutto 1.324.052 per un valore economico di intervento pari a 23.104.715 euro.