Sarebbe stato un 54enne originario di Casalnuovo (Napoli), ma da anni residente a Terni dove lavorava come vigilantes in un istituto di vigilanza privato, il presunto basista e promotore della banda di rapinatori, costituita da più ramificazioni, arrestata dal Nucleo investigativo dei carabinieri del capoluogo umbro, supportati da militari dello stesso nucleo di Napoli e delle compagnie di Terni e Napoli Stella.
A lui e agli altri otto arrestati, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Terni Pierluigi Panariello contesta le accuse di associazione a delinquere, rapina, porto e detenzione di armi, ricettazione e porto di oggetti atti a offendere. Tra loro anche una coppia di coniugi ternana (66 anni lei e 60 lui) e un barista ternano di 44 anni che avrebbero fornito aiuto logistico, e un altro ternano 61 enne, considerato altra figura di spicco del gruppo. Le rapine alla base del provvedimento restrittivo erano entrambe avvenute a Terni all’inizio dell’anno: nel primo caso, il 12 gennaio scorso in strada di Camminata, il furgone di un portavalori di un istituto di vigilanza, con a bordo due guardie giurate (un uomo ed una donna), era stato urtato violentemente da una Toyota 4 Runner con a bordo due rapinatori (identificati poi in un 26enne romeno e nel 61enne ternano) con passamontagna in testa ed armati con pistola e fucilem, che avevano portato via circa 105.600 euro, per poi fuggire a bordo di una Ford Fiesta guidata da un complice. L’altra rapina contestata è quella tentata ai danni della agenzia della Cassa di risparmio di Terni in via Brodolini, il 23 marzo scorso. Due degli arrestati (un 44enne e un 47enne di Napoli) si sarebbero presentati all’ingresso della banca, mentre un complice, un 37enne sempre napoletano, faceva da palo, stando seduto su una panchina poco distante. I tre erano stati arrestati per tentativo di rapina prima di entrare nella banca (fino a stamani erano ai domiciliari). Già a gennaio – secondo quanto riferito stamani in una conferenza stampa tenuta dal comandante provinciale di Terni dei carabinieri, Giuseppe Alverone – da una fonte confidenziale i militari avevano appreso che in zona agiva un’associazione criminale che si avvaleva delle “dritte” di una guardia giurata per i suoi colpi. La svolta nelle indagini il 9 marzo scorso quando, nelle campagne di Molenano, a Stroncone, erano stati trovati, in un’auto abbandonata, due fucili semiautomatici a pompa e una pistola calibro 12, risultata sottratta a una delle guardie giurate nel corso della rapina del 12 gennaio. C’erano anche due guanti in pile, dove è stata poi rilevata la presenza di un profilo genetico pienamente sovrapponibile a quello del 61enne ternano arrestato oggi. Nel corso dell’attività investigativa – sempre in base a quanto riferito stamani – sono stati anche raccolti elementi che comproverebbero l’implicazione del vigilantes (escluso, al momento, il coinvolgimento degli altri arrestati) nella rapina di mercoledì scorso a Orvieto alla società di carburanti Icm. Anche in questo caso l’uomo avrebbe fornito informazioni ai due rapinatori, ancora latitanti. A casa di una donna ternana (nei suoi confronti sono in corso accertamenti) sono stati trovati 35 mila euro in contanti ritenuti parte del bottino della rapina, 320 mila euro.