Dalle prime ore del mattino, il ROS e il Comando Provinciale Carabinieri, con la DIGOS della capitale,stanno eseguendo cinque provvedimenti cautelari a Roma, Savona, Milano e Cosenza, emessi dal GIP del Tribunale di Roma a carico di altrettante persone, ritenute vicine agli ambienti dell’anarchia, del movimento antagonista e delle tifoserie violente.


I cinque si sarebbero resi responsabili di “devastazione e saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale” nel corso degli scontri verificatisi il 15 ottobre 2011 nel corso della manifestazione per la giornata mondiale degli indignati. L’operazione, coordinata dal Pool Antiterrorismo della locale Procura della Repubblica, costituisce la prosecuzione di quelle che tra il 15 ottobre e il 20 aprile 2012 avevano gia’ coinvolto circa 40 persone. Alla base dei provvedimenti restrittivi il sussistente pericolo di reiterazione dei reati, cosi’ come rilevato dal GIP del Tribunale di Roma. Contemporaneamente, su disposizione della stessa Procura della Repubblica, sono in corso di esecuzione diverse perquisizioni locali e personali. Oltre al pericolo di reiterazione del reato, le misure restrittive si basano sulle risultanze dei riscontri fotografici prodotti dalla polizia scientifica. In particolare, i cinque indagati sono stati riconosciuti tra i responsabili di specifici episodi di violenza verificatisi in occasione della manifestazione. In concorso con altri facinorosi e utilizzando anche strumenti atti a offendere, gli stessi, anche con gravissimi rischi per l’incolumita’ pubblica, hanno assaltato l’ufficio postale di via Cavour, distrutto un distributore di carburante di Largo Corrado Ricci, l’agenzia Man Power di Via Labicana, le vetrine della filiale della Banca Popolare del Lazio di via Merulana, fino a causare l’incendio della caserma dell’Esercito italiano e di quella della Guardia di Finanza di via Labicana. I manifestanti violenti sono stati poi riconosciuti mentre, con altre persone, creavano un cordone di protezione per impedire la visione, il passaggio e l’intervento delle forze dell’ordine. Uno degli indagati, infine, e’ stato anche identificato come una delle persone che ha partecipato all’assalto e alla distruzione del mezzo blindato dell’Arma dei Carabinieri, dato poi alle fiamme.

 

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