“La risata? Sono stata fraintesa. La mia era una reazione emotiva al telefono, nient’altro”. In una intervista a Repubblica, l’ex prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato si difende dall’accusa di ‘finta commozione’ davanti alle macerie della Casa dello studente, dicendo che ora il suo stato d’animo è “troppo dispiaciuto”.
E anche al Corriere della Sera spiega, attraverso il suo avvocato, Renato Borzone che si é trattato di “risate amare, nessuna ironia, nessun sarcasmo. Il prefetto lo ha chiarito anche ai magistrati”. “Quella dell’Aquila per me – spiega Iurato a Repubblica – era una situazione nuova, del tutto diversa. Chi non ci ha vissuto non può capire. Avevo paura e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva. Ma so bene che ciò che posso dire io adesso, in questo momento vale poco. Sono le persone dell’Aquila che mi hanno conosciuto in questi anni che devono parlare e dire come sono veramente”. Anche perché davanti alla Casa dello studente “mi sono commossa veramente”.
E “non si può – aggiunge – giudicare una persona dalla trascrizione di una telefonata fatta in un contesto particolare”. Il periodo iniziale all’Aquila “per me è stato terribile, in certe situazioni si può reagire in tanti modi”. E “certe volte uno può fare una risata nervosa perché oppressa dalla paura…”.
La reazione è di sbigottimento ma anche “di pena e di disprezzo”: i Familiari delle Vittime della Casa dello Studente dell’Aquila sono sotto choc per l’intercettazione in cui l’ex prefetto della città, Giovanna Maria Iurato, dice di aver riso pensando alla sua finta commozione durante la visita, appena nominata prefetto, proprio davanti allo studentato dove morirono 8 ragazzi nel sisma del 2009. “Se questi sono gli uomini dello Stato bisogna trovarne altri. Questi soggetti rappresentano solo fame di potere. Non sono rappresentanti delle istituzioni”, afferma Antonietta Centofanti, rappresentante dei Familiari delle Vittime della Casa dello Studente.